Quattro carabinieri “irreperibili”

Pestaggio in caserma a Sarno. Non è stato possibile notificare gli atti e così viene rinviata l’udienza

SARNO. Omessa notifica per irreperibilità di quattro imputati sui sei interessati dal processo.

Il rinvio a nuova udienza è stato inevitabile per l’atteso procedimento a carico di sei carabinieri coinvolti nell’inchiesta per il pestaggio di Alfonso Siano, tutti in forza alla stazione di Sarno all’epoca dei fatti, accusati per lesioni aggravate e minacce in concorso con l’aggravante del ruolo di pubblici ufficiali.

Le notifiche nei loro riguardi sono fallite perché i destinatari erano ufficialmente “irreperibili” o “sconosciuti all’indirizzo”, con la nuova udienza fissata al prossimo venti ottobre 2014 davanti al giudice monocratico Tarallo, con nuove notifiche disposte presso la stazione carabinieri di Sarno.

Dal momento dei fatti, i militari sono stati tutti destinati ad altre sedi dal comando generale dell’Arma per incompatibilità ambientale, a partire dall’allora comandante Antonio Caso.

L’inchiesta venne aperta dal sostituto procuratore Giuseppe Cacciapuoti partendo dalla denuncia presentata dal barista, vittima del pestaggio, a sua volta sotto processo in procedimento separato per resistenza, violenza, minaccia e oltraggio a pubblico ufficiale. Dopo le botte subite il sei giugno scorso, Siano fu arrestato, con la mancata convalida del provvedimento allegata al fascicolo a suo carico, con una inquietante ordinanza firmata dal gip Alfonso Scermino.

Il processo appena rinviato riguarda quattro militari allora in forza alla stazione carabinieri di Sarno, tra cui l’ex comandante poi trasferito, e due militari in servizio al nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Salerno , che per le accuse picchiarono l’uomo mentre erano in servizio.

Era il sei giugno scorso e il barista ricevette la visita di due carabinieri dell’ispettorato col supporto di un militare di Sarno per degli accertamenti: quel controllo diede luogo ad una discussione, con una risposta brusca del gestore e la successiva azione di forza da parte dei carabinieri, con luomo poi portato in caserma dopo le minacce subite nel percorso.

Una volta in caserma, nelle mura della zona militare, arrivarono le botte inferte da quattro uomini in divisa, due marescialli e un appuntato.

Il pestaggio venne ricostruito passo per passo dalla vittima denunciante, con i successivi riscontri nell’indagine della procura di Nocera Inferiore, che non contestò il reato di sequestro di persona.

Il barista finì agli arresti domiciliari accusato di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, accompagnato a casa dagli stessi militari. Nella convalida il gip Scermino definì totalmente ingiustificata la misura precautelare, con l’operato della polizia giudiziaria considerato «assolutamente eccessivo, illegittimo» e «non rispettoso dei canoni di legge», con «una luce oscura sull’intera vicenda».

La stessa che ha celato gli indirizzi degli imputati. Naturalmente sarà il giudice ad accertare e colpire eventuali atti illegittimi.

(a. t. g.)

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