il lavoro degli inquirenti

Quattro anni di indagini e arresti

Dalle 44 ordinanze alla maxicartella Enel che rischia la prescrizione

SALERNO. L’inchiesta denominata Mastrolindo, in corso da circa quattro anni, ha portato all’emissione di 44 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di imprenditori e professionisti e al sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di oltre 137 milioni di euro. Aziende inesistenti e lavoratori fasulli sono stati scoperti dalla Procura di Nocera Inferiore nel corso di una unga indagine che – pian piano – è arrivata anche ai vertici nazionali dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, risultato, in un primo momento, l’ente truffato. Ma se la truffa che ha visto coinvolti professionisti e imprenditori della provincia di Salerno ha riguardato le indebite percezioni di indennità di malattia, disoccupazione, maternità, si è scoperto che i dirigenti dell’Inps hanno omesso controlli, non hanno bloccato le imprese, permettendo che il raggiro fosse perpetrato.

L’operazione Mastrolindo tra il 2012 e il 2013 ha portato a 44 arresti, accertando un pesante danno economico per lo Stato quantificato in 137 milioni di euro. Sarebbero in tutto 900 le false assunzioni di lavoratori nel settore delle imprese di pulizia.

La seconda tranche dell’inchiesta ha portato – ad ottobre scorso – i carabinieri di Nocera Inferiore e del Ris di Roma a perquisire la direzione generale dell’Inps e le direzioni locali interessate. In sostanza, secondo gli investigatori, dirigenti centrali e locali dell’Inps avrebbero omesso i controlli sui dati contenuti nel sistema informatico dell’Istituto risultando poi i maggiori beneficiari delle somme ottenute illecitamente. Gli inquirenti indagano infatti sull’erogazione di premi di produttività a dirigenti e funzionari dell’istituto. Nei confronti dei dirigenti dell’Istituto si ipotizzano i reati di falso ideologico e truffa aggravata. L’inchiesta verte, infatti, su benefit per 361 milioni di euro stanziati dalla Direzione generale Inps per accertamenti e ispezioni nel biennio 2012-2013. I rimborsi per prestazioni riconosciute a funzionari secondo i carabinieri non corrispondono ai controlli eseguiti sulle aziende.

In questo secondo filone d’inchiesta è emerso, inoltre, un episodio che ha scosso per alcuni mesi i vertici generali dell’Istituto con l’autosospensione dall’incarico del direttore generale, Massimo Cioffi, milanese e braccio destro del presidente Tito Boeri. Cioffi, indagato per abuso d’ufficio dalla Procura di Nocera Inferiore, per un accertamento di 40 milioni ai danni di aziende del gruppo Enel che l’istituto di Previdenza aveva tentato di rallentare, è ritornato in carica nei giorni scorsi, scatenando numerose polemiche da parte dei sindacati.

Il 27 febbraio 2015, Massimo Cioffi – capo del personale all’Enel – viene chiamato a ricoprire il posto di direttore generale dell’Inps. E la pratica di accertamento viene rallentata, vi sono pressioni nei confronti di un dirigente affinché non proceda alla riscossione del debito, in modo che vada in prescrizione. L’affaire Enel è emerso nel corso di un’intercettazione telefonica, captata dagli inquirenti nocerini. ©RIPRODUZIONE RISERVATA