Quattro anestesisti vanno in pensione Accordo con i privati

La convenzione comporterà una spesa molto elevata Il direttore De Paola: «Ormai non si assume più nessuno»

«Il prossimo 31 gennaio andranno in pensione quattro anestesisti e saremo costretti a ricorrere all’Alpi (attività libero professionale intramuraria), che ci costerà molto più di un’assunzione».

Il nosocomio cavese perde un altro pezzo. A comunicarlo è stato Vincenzo De Paola, direttore sanitario dell’ospedale civico “Santa Maria dell’Olmo”, il quale ha precisato che in questi giorni «sarà stipulata una convenzione con l’Asl che invierà personale medico in Alpi». Nel contempo sarà emanato «un avviso di mobilità regionale per quattro anestesisti». De Paola ha, inoltre, aggiunto: «Gli anestesisti sono il cuore pulsante dell’ospedale e non possiamo farne a meno; mi dispiace solo che con tutti i soldi che spendiamo in Alpi, a conti fatti, avremmo potuto fare sei assunzioni».

De Paola non ha nascosto che l’ormai annoso problema di cui soffre l’ospedale è la carenza di personale medico ed infermieristico, che interessa più o meno tutti i reparti del “Santa Maria dell’Olmo”. Da anni, ormai, medici ed infermieri che vanno in pensione non sono sostituiti con forze giovani.

«Non si fanno assunzione da dieci anni – ha denunciato – La mancanza di infermieri è cronica e molti sono i medici precari, il cui contratto viene rinnovato, in linea di massima, ogni sei mesi». Questo, secondo il direttore sanitario, è la causa del ritardo negli interventi programmatici (quelli, cioè, che possono eseguiti con calma perché non presentano carattere di urgenza), denunciato da diversi cittadini nei mesi scorsi. «Dobbiamo dare priorità alle urgenze naturalmente, comprese quelle che si presentano in pronto soccorso – ha sottolineato De Paola – Per questo gli interventi programmatici vanno in coda».

Il direttore del “Santa Maria dell’Olmo” ha, quindi, concluso: «Speriamo che si sblocchi il turn-over e siano permesse nuove assunzioni; questo sarebbe economicamente conveniente anche per l’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di cui l’ospedale di Cava fa parte».

Alfonsina Caputano

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