Quando l’America di Nixon fece la guerra a John Lennon

Un evento unico in centinaia di sale italiane: a Salerno la proiezione all’Apollo Il pacifismo dell’ex Beatles osteggiato dagli Usa. Gli spettatori: «Un vero eroe»

SALERNO. Un “pericoloso” pacifista, capace di penetrare le masse con mantra semplici quanto efficaci: è su questo aspetto, spesso in parte trascurato, della vita di John Lennon che si concentra “The U.S. versus John Lennon”, il documentario proiettato, in lingua originale con sottotitoli, lunedì sera al Cinema Apollo, per un evento unico che ha coinvolto centinaia di sale italiane. Attraverso rivelazioni scioccanti, immagini e interviste inedite ad ex funzionari di stato, ex ministri nonché alla tanto osteggiata moglie di Lennon, Yoko Ono, la pellicola - presentata nel 2006 alla Mostra del cinema di Venezia - diretta da David Leaf e John Scheinfeld, indaga sul legame tra l’ex leader dei Beatles trasferitosi a New York nel ’69, e il governo repubblicano retto da Nixon, nonché il sotterraneo ma fortissimo rapporto tra l’allora presidente con Cia ed Fbi. I due registi hanno puntato l’attenzione soprattutto sui legami che il musicista britannico strinse con attivisti del tempo e sulla volontà del governo di espellerlo dal paese, come testimoniato nel film anche dagli interventi di alcuni suoi avversari dell’epoca. «Mai e poi mai ci saremmo sognati che promuovere la pace nel mondo potesse essere tanto pericoloso», dichiara Yoko Ono nel film, «ma è proprio per questo che la nostra storia va raccontata adesso (nel 2006), nei giorni della guerra in Iraq».

«Io non conoscevo questo aspetto della personalità di Lennon - dichiara la spettatrice Rossana Paolillo - questo è un film politico, non si concentra tanto sul personaggio quanto sul contesto in cui Lennon ha vissuto». Le fa eco Felice Carluccio, fan appassionato di Lennon: «Una pellicola che svela i retroscena della carriera dell’ex Beatle», spiega. «Lennon è stato per noi il primo eroe contemporaneo»: spiega Giò Saporito, salernitano d’origine trapiantato a New York. «E per questo - sottolinea - rappresentava un problema, anche grave, per il governo. Ha segnato una svolta epocale con i suoi ultimi brani».

«Mi piace che questo documentario sottolinei l’aspetto intellettuale della sua musica», spiega Gaetano Gioia. Mentre è in debito con l’ex baronetto di Liverpool, Vincenzo Napolitano, che confessa: «Con una canzone di Lennon ho conquistato la mia prima fidanzata. Ero in Francia e le suonai un pezzo alla chitarra. Non potevo non essere qui. Glielo dovevo. Il brano, naturalmente, era “Imagine”, uno dei suoi più significativi».

Alessandra De Vita

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