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Qualità della vita: la provincia di Salerno sprofonda in classifica

Perse 11 posizioni nel rapporto de “Il Sole 24 Ore”, ora è al 103esimo posto su 110. Male gli indicatori economici, la sicurezza, i servizi pubblici e alla persona

SALERNO. Una provincia insicura, dove la giustizia è lenta ma soprattutto con un tasso di disoccupazione giovanile al 50 per cento. Siamo anche la provincia dove bar e ristoranti si moltiplicano ogni giorno di più. E dove l’emigrazione sanitaria verso altre regioni italiane è altissima e la diffusione della cultura sembra latitare, con poche sale cinematografiche su tutto il territorio, ai quali corrisponde anche un numero esiguo di ingressi in sala e la scarsa diffusione di librerie ogni mille abitanti.

Sono questi alcuni aspetti che emergono dall’annuale rapporto sulla qualità della vita nelle province italiane pubblicato ieri da Il Sole 24 Ore, che certifica lo scivolamento della nostra provincia nei bassifondi della classifica delle 110 province italiane, scivolando in dodici mesi dal 92esimo al 103esimo posto con 381 punti, dietro Avellino (93esima), Foggia e Cosenza e davanti a Taranto, Crotone, Napoli e Caserta, che chiudono la classifica nazionale rispettivamente al 107esimo e al 108esimo posto.

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Se la provincia di Salerno, stando all’ultimo rapporto pubblicato il 27 novembre scorso dal quotidiano ItaliaOggi, aveva perso soltanto cinque posizioni rispetto al 2015, passando dal 74esimo al 79esimo posto, è andata peggio con la fotografia scatta da il Sole 24 Ore.

Un dato nel complesso sicuramente negativo ma che, analizzandolo seguendo i parametri utilizzati dal quotidiano di Confindustria, fanno emergere una fotografia con luci ombre: da un lato i numeri altissimi sugli scippi (45 ogni 100mila abitanti) e sia al 73esimo posto per i tempi lunghi delle cause pendenti dopo tre anni, dall’altra il nostra sistema turistico ha incassato in complesso nel 2015 ben 320 milioni di euro dal turismo straniero, piazzandosi al 23esimo posto in Italia. I parametri della ricerca.

L’indagine condotta da Il Sole 24 Ore ha preso in esami sei grandi macro-aree ( reddito/risparmi/consumi; affari/lavoro/innovazione; ambiente/servizi/welfare; demografia, famiglia, integrazione; giustizia/sicurezza/reati; cultura/tempo libero/partecipazione) all’interno delle quali sono state accorpate tutta una serie di fattori sociali, culturali, economici e ambientali ai quali è stato assegnato un punteggio parziale che, alla fine, facendo la media tra tutti gli altri fattori ha concorso a formare il risultato totale finale che ha generato la classifica di tutte le province italiane.

Provincia insicura e ingiusta. A far sprofondare al 104esimo posto la nostra provincia nella classifica per la sicurezza e la giustizia non ci sono solo i tempi lunghi per ottenere giustizia dai tribunali (nel 2015 le cause ultratriennali rappresentavano il 45% del totale di quelle pendenti), ma l’elevato numero di reati commessi ogni 100mila abitanti. Elevati i numeri, ogni centomila abitanti, per quanto riguarda i furti d’auto, quelli in appartamento (223) e per gli scippi ed i borseggi (150) e rapine (39). Numeri importanti anche per quanto riguarda le truffe e le frodi informatiche, che sono state 261.

Tra i più poveri d'Italia. Con reddito medio annuo di 15.234 euro e una pensione media di 645 euro al mese, i residenti della provincia di Salerno sono tra i più poveri d’Italia: per la classifica stilata da Il Sole 24 Ore siamo infatti al 105esimo posto. C’è un dato, però, in cui non sfiguriamo: quello delle proprietà immobiliari. la privincia di Salerno si posiziona al 31 posto, evidentemente perché negli anni del boom e del benessere i nonni e i genitori hanno investito nel mattone. Siamo, però, anche la provincia dove per un canone di affitto in una zona semicentrale una famiglia paga in media 860 euro, tra i valori più alti d’Italia (94mo posto).

Poco lavoro e poca innovazione. Anche in questa categoria la prestazione complessiva del nostro territorio è tra le peggiori: siamo all'82esimo posto. Con il 45 per cento di disoccupazione totale media che sale al 50 per cento nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni, siamo tra i territori dove trovare un lavoro, a qualsiasi condizione, è davvero un’impresa. E parlando di imprese, anche il dato che arriva dalla presenza di start up innovative tra le aziende insediate è irrisorio: 0,76 ogni mille imprese.

Ambiente, servizi, welfare. Anche qui le cose non stanno messe meglio. Siamo nel complesso al 92esimo posto. Abbiamo un tasso di emigrazione sanitaria al 10 per cento, appena il 15 per cento della popolazione che usufruisce della copertura a banda larga.

Le altre province campane. L’unica provincia a guadagnare posizioni in Campania è quella di Benevento che passa dal 99esimo all’86esimo posto scalando tredici posizioni. Avellino perde invece dodici posizioni, passando dall’81esimo al 93esimo posto con 394 punti. Undici posizioni le perde invece Salerno che con 381 punti passa dal 92esimo al 103esimo posto. Solo sei posizioni, ma che aggravano ancora di più il quadro, le perde la provincia di Napoli che passa dal 101esimo al 107esimo posto. A chiudere, tristemente stabile rispetto all'anno precedente, è invece la provincia di Caserta che con 370 punti, finisce col guadagnarsi la maglia nera chiudendo al terzultimo posto, davanti soltanto a Reggio Calabria e Vibo Valentia.