Pulizia del Rio Il Consorzio ricorre al Tar

ANGRI. Due Regi Decreti di inizio Novecento uno del 1904, l’altro del 1933 come appiglio normativo nello scontro tra Consorzio di Bonifica e Comune. Sullo sfondo la necessità di rimuovere e...

ANGRI. Due Regi Decreti di inizio Novecento uno del 1904, l’altro del 1933 come appiglio normativo nello scontro tra Consorzio di Bonifica e Comune.

Sullo sfondo la necessità di rimuovere e smaltire i fanghi dragati dal letto del Rio Sguazzatorio e lasciati da mesi lungo gli argini dell’affluente del Sarno. Il Comune ha intimato al Consorzio di attivarsi per pulire l’area, mentre quest’ultimo ha inteso ricorrere al Tar contro l’ordinanza emessa del sindaco Ferraioli ritenendo che quell’incombenza non sia di sua spettanza, bensì della Regione. Una vicenda che sta assumendo contorni paradossali considerato che a pagare le spese di questo immobilismo sono i residenti e gli agricoltori della zona che da tempo convivono con le problematiche connesse allo straripamento del corso d’acqua. L’Ente consortile è difeso dall’avvocato Federico Acocella, mentre Palazzo di Città dall’avvocato Antonio Pentangelo. Da anni si attende che il torrente venga pulito e messo in sicurezza. A una prima diffida del Comune del novembre del 2015 è seguita l’ordinanza per la tutela della privata e pubblica incolumità dello scorso febbraio impugnata dal Consorzio dinanzi al Tar proprio in virtù dei due Regi Decreti che non prevedono sia a suo carico la bonifica dei luoghi dalla presenza dei detriti rimossi. Questione intricata e rimessa nelle mani dei giudici amministrativi.

Pippo Della Corte

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