«Pulite valloni e torrenti si rischia un disastro»

La denuncia e l’appello dei residenti di Passiano per l’abbandono dell’area Ma sono tante le zone lasciate all’incuria. Nel mirino il Consorzio di bonifica

È drammatica la condizione del vallone che costeggia anche le abitazioni a sinistra della chiesa di San Salvatore, a Passiano. Ed è proprio da qui che si alza il grido d’allarme di Vincenza Missano, portavoce di numerosi residenti, accomunati dagli stessi timori per lo stato di abbandono in cui versano i torrenti e per l’alto rischio idrogeologico esistente nella zona.

Nel corso degli anni, il letto del fiume si è ridimensionato e la forestazione ha raggiunto livelli incontrollabili. Addirittura, si sono drasticamente ridotte le dimensioni dei valloni, dove un tempo defluivano piuttosto regolarmente le acque reflue. Gli smottamenti, le frane e la crescita di alberi e sterpaglie, adesso, rallentano in maniera preoccupante il deflusso dell’acqua. Una situazione quantomeno a rischio, anche in vista delle prossime precipitazioni invernali. Il timore dei residenti è che l’intasamento dei valloni possa fungere da “tappo” per il regolare deflusso delle acque, con possibili straripamenti e allagamenti. Per scongiurarli, i residenti hanno lanciato numerosi appelli a chi di competenza per sollecitare la pulizia degli alvei. Oltre a presentare denunce anche ai carabinieri della locale tenenza, guidata dal comandante Vincenzo Tatarella. Ma, a quanto pare, gli interventi di bonifica sono stati minimi e parziali, malgrado i residenti versino regolarmente i canoni previsti al Consorzio di bonifica. La signora Missano assicura che, da 12 anni, da quando cioè occupa l’abitazione avuta in eredità e il cui giardino è a un palmo dal vallone, «che di interventi bonifica non se ne sono mai visti e la folta vegetazione presente lo dimostra in maniera palese».

Ma quella di Passiano non è l’unica situazione critica. Sono tanti, troppi, i valloni a rischio in città: Lupo di Sant’Anna; San Pietro, che comincia da Croce; Cannamuzza, che dalla zona industriale sfocia nel fiume Cavaiola; quello di Bonea, che dal Corpo di Cava raggiunge Marina di Vietri. Il Contrapone, poi, che si unisce al Cannamuzza, è in condizioni a dir poco drammatiche per la presenza di rifiuti d’ogni specie, oltre i floridi canneti e la copiosa vegetazione che ostacolano il regolare deflusso delle acque meteoriche.

Sabato scorso, il sindaco Galdi in testa, con l’assessore Palumbo e alcuni volontari, hanno rimosso il “tappo” al ponte che sovrasta il vallone al Corpo di Cava. Un onere che spetterebbe al Consorzio di bonifica dell’Agro nocerino sarnese, che mentre continua a riscuotere i canoni solo di rado provevde all’ordinaria manutenzione dei valloni. Tanti i residenti esasperati, ai quali non è rimasto altro da fare che confidare nella clemenza degli eventi atmosferici per evitare disastri.

Annalaura Ferrara

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