«Pubblico o privato, basta che sia efficiente»

Su una cosa i salernitani concordano: negli ultimi anni è peggiorata la qualità del servizio

È stato pubblicato sul sito del Cstp il disciplinare di gara per la vendita dell’azienda consortile, in cui vengono specificate le modalità e gli adempimenti che eventuali acquirenti dovranno osservare per partecipare alla procedura di acquisto. Ma i salernitani, fruitori del (a volte molto criticato) Consorzio salernitano trasporti pubblici, si schierano a favore o contro l’intervento dei privati nella gestione dei bus?

Ho letto sui quotidiani della vendita del Cstp – commenta Elvira Morena, medico – ma io sono contraria alle privatizzazioni. Gli enti di pubblica utilità devono essere gestiti da strutture pubbliche. Oltretutto, a riguardo delle tante lamentele che ci sono state e ci sono sui servizi del Cstp, non è detto che privatizzandolo funzionerà meglio. La cosa importante – continua Elvira – è migliorare il servizio. Ho visto le differenze tra i servizi trasporti offerti al nord e quelli offerti al sud. Oltretutto un servizio efficiente farebbe lasciare a tante persone l’auto in garage, riducendo l’inquinamento».

Sul lungomare Trieste, alla fermata, il signor Luigi all’inizio si schermisce, dicendo di volersi documentare prima di esprimere opinioni, poi si lascia convincere: «Sono per i servizi pubblici, che devono rimanere pubblici; non deve esserci un utile dell’imprenditore, ma ci deve essere un utile per la collettività. I privati potrebbero essere però amministratori più capaci. Insomma – sintetizza Luigi- preferirei un consorzio pubblico, con amministratori capaci». Non prende spesso l’autobus, l’avvocato Sergio Manzione, ma esprime un giudizio netto: «Se la vendita può risultare utile per gli utenti, ben venga. Devo anche dire che a volte, il servizio ha funzionato bene; ammetto però che ci sono stati diversi momenti di pausa. Oltretutto potrebbe aumentare l’interesse di altri privati, e un po’ di concorrenza sui prezzi non farebbe male».

Katia Bianco, commerciante, ha le idee molto chiare e le esprime sinteticamente: «Penso che la questione abbia due risvolti: da una parte, il privato potrebbe migliorare la situazione del nostro trasporto locale, visti gli sfaceli degli ultimi anni; la cosa che mi lascia però perplessa e che poi, per far funzionare effettivamente le cose, bisogna sempre affidarsi ai privati, perché i nostri consorzi, e tutti gli enti pubblici vanno sempre a finire male».

Tiziana Lancia, biologa, fa tenerezza: piccina, da sola in attesa, in piazza Vittorio Veneto, di un 17 che alla fine non passerà. «In certi casi – sorride Tiziana, indicando il vuoto davanti a lei – privatizzare è meglio. Credo funzionerebbe tutto meglio. Oggi, tanto per cambiare il mio bus avrà saltato la corsa…la cosa non accade raramente». Vorrebbe continuare a parlare, Tiziana, ma teme che dall’altro lato passi un bus a lei utile, e non vuole perderlo. Saluta sorridendo e scappa via.

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