VERSO LE ELEZIONI

Provincia, Villani lancia la volata«Piano industriale per il rilancio»

Centrosinistra compatto. Si punta sulla nascita di nuove imprese. Attacco alla Carfagna: chi governa non può fare solo qualunquismo

Non nomina mai Mara Carfagna. Ma è a lei che Angelo Villani si rivolge quando ribatte, punto su punto, alle accuse formulate dal ministro tre giorni fa, in occasione del lancio della candidatura Cirielli. «Chi riveste responsabilità istituzionali ha il dovere di parlare con fatti e proposte, non può fare del qualunquismo elettorale». Il ministro aveva attaccato alla Provincia di Salerno il marchio di «ente inutile», bollato di arretratezza la sua burocrazia e contestato l’assenza di interventi in settori cruciali quali l’agricoltura e il turismo. Villani replica ieri, nell’apertura della campagna per la riconferma.
Sullo sfondo di una sala Vittoria gremita campeggia lo slogan scelto per la competizione. "La Provincia del fare" è la frase che si fa scorrere sul maxischermo, in rilievo sulle immagini del territorio e del consiglio provinciale. Parla solo il presidente uscente, tracciando bilanci e propositi, ma alle sue spalle sono seduti tutti i rappresentanti del centrosinistra, che dopo cinque anni di governo provinciale si ripresenta compatto al giudizio degli elettori. Villani spiega la tenuta dell’alleanza con il coinvolgimento di tutte le forze nelle scelte politiche e nei programmi: «Non ho mai avuto una visione monarchica, da despota. Mi sono sempre considerato come l’allenatore di una squadra di calcio, dando spazio a ogni giocatore di muoversi nel suo ruolo, pur con una regia di coordinamento». Così è riuscito a tenere tutti insieme anche nei momenti difficili e ora addita il suo metodo ai litigiosi partiti napoletani: «Salerno è un esempio da seguire, una coalizione ampia che ha discusso sì, ma mai litigato. Vogliamo essere di esempio a livello, regionale».
Per il futuro rilancia con una campagna di ascolto non solo tra i partiti ma nelle associazioni di categoria e sui territori.Parla di un programma work in progress, i cui dettagli saranno definiti «recependo le istanze dei cittadini» ma che si fonda su alcuni elementi cardine: il lavoro (con un rilancio dell’industria) e l’attenzione per giovani ed anziani. «Se non c’è sviluppo industriale non c’è produzione di ricchezza, non possiamo andare avanti solo con i servizi. La Provincia è a disposizione per favorire un grande piano industriale, ma - avverte - l’istituzione può solo crearne le condizioni, poi ci vuole un ruolo forte delle imprese.Dobbiamo lavorare insieme, senza fare tra noi inutili scaricabarile». Punta sul Ptcp, il piano territoriale di coordinamento che coordinerà gli strumenti urbanistici comunali «coniugando sviluppo e ambiente».E pensa a due poli ludici (uno tra Sarno e San Valentino Torio, l’altro tra Agropoli e Paestum): città del divertimento «sul modello di Eurodisney», che facciano da attrazione per i turisti ma anche per il circondario.
Sul piatto della bilancia, nel chiedere la conferma per sé e la sua amministrazione, mette i progetti realizzati nei cinque anni di governo.E replica alle accuse di inerzia arrivate dal centrodestra.«Questa consiliatura sarà ricordata come quella che ha affrontato di più il nodo delle infrastrutture. E’ vero che siamo del 18% indietro alla media nazionale (dato comune a tutto il Sud) ma negli ultimi quattro anni abbiamo recuperato quattro punti percentuali. Abbiamo investito seicento milioni in strade e scuole, trecento nell’agricoltura, e potrei continuare».
Bruciano le accuse di inefficienza lanciate dal ministro Carfagna: «Io sono il primo a dire che è sempre poco e che si può fare di più, ma bisogna fare i conti con i soldi che si hanno. Noi abbiamo raggiunto il massimo dell’indebitamento dell’ente, per investire altro abbiamo bisogno di contributi regionali, europei e nazionali». Al Governo chiede che non dirotti su esigenze di cassa i fondi Fas per lo sviluppo economico, e sollecita più impegno sulle infrastrutture, dall’autostrada alle ferrovie. «Chi governa deve dire cosa vuole fare per questi problemi, non può limitarsi a proclami da campagna elettorale».Poi incalza: «Chi ha una carica istituzionale ha il dovere di pesare le parole che dice.Non può solo protestare ma deve fare proposte.Masaniello, lui sì, faceva la protesta, e pure gli hanno tagliato la testa». Villani cita investimenti e statistiche, infine lancia uno strale sull’accusa di inefficienza della burocrazia provinciale: «Vorrei far rispondere Brunetta, che ci scrive e ci premia per i risultati raggiunti. Per fortuna - chiosa - che c’è qualcuno che fa il ministro».