Difesa del litorale

Provincia, ignorato lo studio voluto dall’assessore Romano

E l'ente investe 136mila euro per un’indagine sulla difesa del litorale salernitano già contenuta in un dossier consegnato un anno fa

Costò circa ventimila euro lo studio che nel 2010 la Provincia di Salerno affidò all’Istituto cooperativo di ricerca sul mare di Napoli e che a Palazzo Sant’Agostino nessuno ha pensato mai di consultare prima della redazione del progetto di “Interventi di difesa e ripascimento del litorale del golfo di Salerno” (Grande Progetto finanziato con circa 73 milioni di euro). Lo studio, che giace in qualche cassetto della Provincia, è abbastanza esplicito: «È ormai acclarato, dalla comunità scientifica, che la costruzione di pennelli, scogliere frangiflutti e dighe foranee» sono da escludere. Una indicazione che poteva essere raccolta prima di mettere mano a quel Grande Progetto che invece ne prevede 45. Ma la cosa interessante è che in data otto agosto 2013, la Provincia di Salerno ha pubblicato un bando per l’affidamento del servizio di monitoraggio ex ante dell’ambiente marino (settore Attività produttive), per l’importo a base d’asta di 136mila euro. Uno studio già in parte contenuto in quello consegnato nel 2012 dall’Icr; uno studio richiesto dopo la presentazione del “Grande Progetto”. Così la domanda è semplice: su quale base scientifica è stato redatto il “Grande Progetto”? I tecnici napoletani dell’Icr infatti scrivono nella loro relazione che gli uffici competenti della Provincia non avevano a disposizione «il materiale riguardante gli interventi di difesa e ripascimento della fascia costiera realizzati negli anni precedenti»; tant’è che i biologi lo hanno recuperato «consultando il settore difesa suolo della Regione Campania».

Il “Tavolo blu”. La risorsa mare è stata sempre tra le priorità della Provincia. Nel settembre del 2009 l’allora assessore provinciale all’Ambiente Giovanni Romano istituì il “Tavolo Blu”. Lo scopo era quello di monitorare la risorsa mare con un coordinamento tra sindaci dei Comuni costieri ed enti ed istituzioni competenti in materia di salvaguardia e valorizzazione del territorio costiero e della risorsa mare. Tra i primi impegni dell’allora assessore fu quello di affidare all’Istituto cooperativo di ricerca sul mare la segreteria tecnica del Tavolo; prevedendo così, come primo step, la redazione di uno studio attraverso il quale radiografate criticità, azioni di monitoraggio, condizioni ambientali, culturali e socio-economiche, normative, prospettive e linee di condotta. Lo studio definitivo è stato consegnato il primo gennaio del 2012 ma già nel primo rapporto semestrale, consegnato agli uffici Ambiente di Palazzo Sant’Agostino nel febbraio del 2011, conteneva i suggerimenti affinché si evitasse la realizzazione pericolosa dei pennelli. Uno studio totalmente ignorato dall’assessore Antonio Fasolino, che subentrò a Romano e dall’attuale assessore all’Ambiente Adriano Bellacosa. Un turnover che probabilmente ha reso difficile, a Palazzo Sant’Agostino, capire cosa faceva la mano destra e cosa la sinistra, visto che nessuno dei due assessori dopo Romano si è ricordato del “Tavolo blu” e dei 20mila euro spesi per lo studio dell’Icr.

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