Protezione civile, le ditte incassano e fuggono 

Le due società dovevano fare la formazione e la divulgazione del Piano comunale per l’emergenza

Che fine hanno fatto le società che il Comune ha pagato per la formazione e la diffusione alla cittadinanza del Piano di Protezione civile? E perché – a documento ormai reso digitale – non è stata avviata anche la campagna di informazione così come previsto nella convenzione stipulata con tre società? È questo il rebus che sta tentando di risolvere l’assessore al Bilancio, Luigi Carmelo Della Greca dopo la riunione con il sindaco, Vincenzo Napoli, l’assessore con delega alla Protezione civile, Angelo Caramanno e la consigliera comunale relatrice del Piano, Sara Petrone per fare il punto proprio sullo stato degli interventi in caso di calamità naturali.
Azioni che sono state definite nel 2013 con una convenzione tra la Regione, la Mediterraneo sociale scarl (capofila mandataria del coordinamento Tst – Tecnologie, sicurezza, territorio), la Cooperativa Officinae. Editoria. Cultura scarl (successivamente diventata Officianae.Ecs) e il Consorzio Forma srl. Tutte con sede a Napoli. Per finanziare la digitalizzazione, la formazione di una figura ad hoc all’interno degli uffici comunali e per la campagna di informazione, il Comune di Salerno ha ottenuto un finanziamento di 100 mila euro nell’ambito dei fondi Por Campania F.E.S.R 2007- 2013 (“Supporto alle Provincie e ai Comuni per la pianificazione della protezione civile in aree territoriali vulnerabili”). Soldi che il Comune ha stanziato con un’apposita determina, la numero 3929 del 2015. In particolare, in quei documenti si stabiliva che la campagna informativa sarebbe stata curata dalla Cooperativa sociale Officinae. Editoria. Cultura scarl (successivamente diventata Officianae.Ecs), selezionata – come si legge nella determina – “tenendo conto della comprovata esperienza”. Negli accordi è precisato anche che, per la campagna “Salerno Sicura” sarebbero dovute essere stampate 40 mila brochure e si sarebbero anche dovuti organizzare quattro eventi “con il coinvolgimento della popolazione”. Per questo intervento – che finora non è stato nemmeno programmato, né i tecnici riescono a mettersi in contatto con i referenti della cooperativa - il Comune ha pagato 34 mila euro. Stessa situazione anche per il Consorzio Forma srl che aveva avuto l’incarico per la ricerca, la raccolta, l’omogeneizzazione, l’analisi e la validazione per il sistema informativo del piano, nonché per la progettazione di una campagna informativa preventiva. Per questo incarico – anche in questo caso senza che si possa risalire a chi dovrebbe corrispondere agli impegni presi – il Consorzio è stato finanziato con quasi 11 mila euro. Unica società che ha portato a termine il mandato che aveva ricevuto è la Mediterraneo sociale scarl pagata quasi 49 mila euro per l’allestimento del piano di emergenza e per l’organizzazione dei dati e della cartografia digitale. Nelle note inviate dalla società il 30 marzo del 2017, per rispondere alle obiezioni del Comune, però si precisa anche che “una banca dati cartografica digitale è uno strumento dinamico che viene, di fatto, a impoverirsi se utilizzato in maniera non idonea, Soltanto il dato digitale georeferenziato consente un intervento tempestivo di analisi e valutazione mediante operatori opportunamente formati nel corso dello sviluppo dell’intero intervento emergenziale”. Da qui l’importanza di poter dedicare una risorsa a questo tipo di attività, particolarmente delicata e di responsabilità. Le figure adeguate ci sarebbero anche tra i dirigenti comunali, manca, però, la società che questa formazione dovrebbe farla.
Eleonora Tedesco
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