IL CASO

«Protesi sbagliata, non posso lavorare»

L’odissea di Andrea Carfagno dopo una caduta e l’intervento: nel suo polso sinistro un dispositivo per il braccio destro

SALERNO - Dopo un incidente si frattura il polso sinistro ma all’ospedale “Ruggi” di Salerno invece di impiantargli una protesi adatta al polso sinistro ne impiantano una adatta all’altro braccio. E il “verso sbagliato” della protesi ha provocato seri danni a un odontotecnico di Salerno, il 53enne Andrea Carfagno , che dal 2017 non può lavorare a causa dei dolori e del gonfiore provocato all’articolazione. Tutto fa presagire un ennesimo episodio di malpractice medica e ora, dopo l’istanza presentata dall’odontotecnico in tribunale, un consulente tecnico d’ufficio è stato nominato dal giudice per decidere cosa è accaduto e di chi sono le responsabilità.

I medici del reparto di Ortopedia e traumatologia del “Ruggi”, in un primo momento, non avrebbero riscontrato problemi al polso, o meglio a una parte del polso, il radio - osso che si trova sul lato del pollice e prossimale all’articolazione - per poi proporre in un secondo momento un altro intervento per rimuovere e sostituire la protesi. Ma a quel punto l’odontotecnico ha deciso di volerci vedere chiaro, accertando prima gli eventuali errori commessi e dopo di liberarsi della protesi. «Era il 2017 quando sono caduto dalla bicicletta perdendo l’equilibrio mentre pedalavo a causa dei binari che attraversano il lungomare di Salerno », racconta Carfagno. Dunque la corsa in ospedale e l’intervento: da allora è iniziato il calvario dell’odontotecnico perché il polso sinistro non poteva essere articolato bene, c’erano forti dolori proprio verso il pollice. Per risalire alle cause il 53enne ha dovuto fare tutto da solo, contattando la casa di produzione della protesi impiantata e adendo le vie legali contro l’Azienda di via San Leonardo che, a suo dire, non è stata in grado di produrre la documentazione medica in modo corretto. «Mi sono rivolto alla casa costruttrice della protesi che mi è stata impiantata: ho dovuto chiamare io e, solo in quel momento, ho avuto la conferma che il dispositivo di destra era stato inserito a sinistra», racconta Carfagno. «In pratica una parte della protesi si prolunga verso il pollice, interferendo con i tendini della mano e lunghe viti si estendono fino all’articolazione. Tutto è visibile dalla radiografia ». Il 53enne salernitano aveva chiesto i documenti al “Ruggi” ma l’etichettatura originale della protesi, puntualizza, «è sparita».

Dopo l’esposto, dunque, il tribunale di Salerno ha concesso all’uomo «di ottenere con urgenza l’accertamento indispensabile per comprendere se sussiste una obbligazione risarcitoria». Nonostante sia stata eseguita una scelta corretta in merito alla terapia chirurgica prescritta, occorre accertare se gli ortopedici sanitari «invece di impiantare una placca volare a stabilità angolare sinistra hanno impiantato una placca volare a stabilità angolare destra». Per il giudice è opportuno indagare sul «macroscopico errore nel quale sono incorsi gli ortopedici operatori» per il quale è necessario un accertamento tecnico preventivo che metta in luce il «nesso eziologico tra i danni riportati dal ricorrente e le attività mediche eseguite su di esso». Andrà accertata anche la perdita di chance causata dalla «cosiddetta malpractice medica e pertanto appare necessario l’accoglimento del ricorso che accerti lo stato fisico del ricorrente e determini le cause e le relative responsabilità dei danni». Dunque per chiarire vicenda, secondo il giudice che ha accolto l’istanza presentata dall’odontotecnico, sarà necessaria una perizia per accertare la verdicità e l’esattezza della consulenza tecnica di parte e la valutazione in merito al danno da perdita da chances assume una connotazione delicata e che necessita quindi di un accurato esame ai fini della corretta determinazione.

Marcella Cavaliere