Prostituta uccisa, vent’anni a Ferrante 

Confermata in Appello la condanna per il muratore di Vietri sul Mare che ammazzò Nikolova “Nika” Petrova a Pagani

SALERNO. Uccise la prostituta bulgara “Nika”, il cui vero nome era Nikolova Temenuzhka Petrova, 37 anni, e ne abbandonò il cadavere nella sterpaglia dietro il cimitero di Pagani. Confermata al processo di Appello la condanna a venti anni di reclusione al muratore di Vietri sul Mare, Carmine Ferrante. I giudici della Corte di Assise e di Appello di Salerno (presidente Massimo Palumbo) si sono pronunciati ieri, dopo una lunga camera di consiglio. Accolta la richiesta del sostituto procuratore generale, Antonella Giannelli, che aveva chiesto la conferma della pena. A inchiodare il manovale, difeso dall’avvocato Agostino De Caro, sono stati alcuni effetti personali della donna uccisa trovati nella sua auto. La Corte si è riservata due mesi per il deposito delle motivazioni.
L’omicidio e il ritrovamento. Era estate, la notte tra il 12 e il 13 agosto del 2016, quando venne scoperto il delitto. Il cadavere della donna bulgara, che si prostituiva nell’Agro nocerino sarnese, fu trovato nella sterpaglia. La morte, accertarono i periti, risaliva a qualche giorno prima, a quando Ferrante prese a bordo la prostituta a Sant’Egidio del Monte Albino, dove “Nika” era solita passeggiare insieme con altre donne dedite alla prostituzione da strada, tutte in attesa di “abbordare” il cliente di turno. Quella sera il partner occasionale fu Ferrante – dicono le carte processuali – che gli propose sesso a pagamento. La bulgara non fece più ritorno al suo solito posto. La ritrovarono in condizioni di scheletrizzazione avanzate in via Leopardi a Pagani, il luogo del delitto.
L’auto nera e i reperti. A dare una svolta alle indagini furono le riprese dalle videocamere di sorveglianza del territorio che immortalarono una Citroen di colore nero, l’auto di Ferrante, e la testimonianza delle colleghe di “Nika”, che ricordavano anche alcuni dettagli del cliente: due elementi probanti forti che bastarono alla procura di Nocera Inferiore per chiudere il cerchio ed assicurare alla giustizia l’assassino della prostituta, riconosciuto adesso da due gradi di giustizia. Di rilevanza per rafforzare l’impianto accusatorio furono i gioielli trovati nell’auto del muratore, riconducibili proprio alla bulgara che si accompagnava con i clienti occasionali nei pressi del camposanto. I familiari della bulgara si sono costituiti parte civile, assistiti dagli avvocati Carmine D’Anna e Alberico Galluccio di Avellino.
L’altra prostituta. Il nome di Carmine Ferrante è stato accostato anche all’omicidio di un'altra prostituta: la diciannovenne romena Mariana Tudor Szekeres. La giovane straniera fu trovata senza vita in un terreno incolto tra via San Leonardo e via Dei Carrari a Salerno. Il cadavere fu ritrovato il 15 maggio di due anni fa, ma la morte risalirebbe a due settimane prima. La Procura di Salerno avrebbe quadrato il cerchio, incrociando i risultati dei test genetici e la relazione sull’ultima perizia autoptica, che i consulenti hanno depositato lo scorso mese di aprile. È emerso che il dna dello sperma ritrovato sulla salma sarebbe compatibile con quello del muratore vietrese. Al momento Ferrante è l’unico indagato per quest’omicidio.
Massimiliano Lanzotto
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