Castel san giorgio

Prostituta tredicenne, tremano i clienti

Gli inquirenti sulle tracce degli uomini che hanno avuto rapporti con la ragazzina costretta dalla madre a vendersi

CASTEL SAN GIORGIO. C’erano dei clienti per la mamma e altri per la figlia. Quelle intercettazioni telefoniche, quei contatti, quelle frasi rubate nell’auto del protettore non lasciano dubbi. Non si è fermata quell’indagine che ha sconvolto un paese che ha messo a nudo un’atroce realtà. Lo sanno i carabinieri della stazione di Castel San Giorgio, lo sa il sostituto procuratore Elena Guarino che ha seguito per cinque mesi quello che accadeva a quella ragazzina 13enne data in pasto a degli adulti, in cambio di regali, ma anche di soldi, di serate in locali pubblici e centri massaggi.

La vittima, quella ragazzina non sa di essere vittima. Ma lo è. In quel casolare di Castel San Giorgio, messo a disposizione da un agricoltore 70enne, la “non mamma” sangiorgese incontrava anche altri clienti. Glieli procurava quel 62enne amico di famiglia, in cambio di un misera percentuale. Ma quello “zio” acquisito conosceva bene anche le frequentazioni della 13enne, conosceva i suoi amici adulti. Molti dei quali poi incontrati anche in locali notturni, dove si esibivano cantanti neomelodici. È su quegli adulti che i carabinieri indagano. Uomini di una certa età, capelli bianchi, pelati, che amavano fotografarsi con quella ragazzina che tutto sembra fuorché una ragazzina. E mentre la madre di lei raggranellava poche decine di euro in una baracca fatiscente, immersa in una delle tante campagne sangiorgesi, lei la 13enne frequentava altri ambienti. Meno squallidi all’apparenza, ma non nella sostanza. Si vantava di avere un fidanzato. Anche lui molto più grande di lei. Baci appassionati sfoggiati sui social e gonne corte per sembrare donna. Accanto a uomini, sposati e padri di famiglia che hanno almeno il quadruplo della sua età. In cambio di quella compagnia, lei riceveva dei regali. Molti. Qualcuno le comprava solo sigarette, altri molto di più. Nel corso delle indagini, i carabinieri del maresciallo Michele Di Mauro, hanno ascoltato decine di conversazioni. Alcune confluite in quell’ordinanza di 60 pagine emessa dal gip Maria Zambrano. Altre no. Altre bisogna ancora valutarle. La “non mamma” sapeva tutto. Lo si evince da quelle conversazioni. E sapeva tutto anche la 13enne che quando è stata sentita dai carabinieri ha negato l’evidenza. I militari hanno intercettato anche il 62enne, con precedenti penali alle spalle, risalenti a qualche decennio fa. E anche lui sapeva delle indagini. E allora, come pregiudicati navigati, la ragazzina e lo zio divennero guardinghi e accorti. Ma a incastrarli non c’erano le intercettazioni telefoniche. Ma un Gps sull’auto del “non padre” di famiglia sangiorgese. E i militari incrociavano i tragitti, le conversazioni, le parole non dette. Il 62enne, ex impiegato, famiglia come tante di Castel San Giorgio lasciava la madre al casolare e poi portava via la figlia. La 41enne veniva raggiunta dagli uomini ai quali aveva dato appuntamento il 62enne. Molti erano stranieri.

leggi anche: Fa prostituire la figlia tredicenne, la mamma finisce in manette Insieme alla donna arrestato a Castel San Giorgio anche un complice sessantenne che abusava della ragazzina proponendola ai propri conoscenti

Altri anziani. Su quelli l’attenzione dei carabinieri è scemata. Ma su gli altri no. Quella rete di amicizie anomale che circondava la 13enne bisogna ancora indagare. Lei ora vive con la nonna paterna, quella con la quale la “non madre” aveva avuto tremendi dissidi, per ragioni economiche, sfociati in un arresto.

E non è escluso che altre persone che possono aver frequentato la ragazzina quegli adulti malati di eccessiva gioventù possano essere identificati e interrogati. Rapporti malati, strani regali e un’adolescenza violata quella della 13enne. La vittima è lei e le persone che l’hanno circondata i suoi carnefici.

Sul suo profilo social, molti volti di quegli uomini adulti sono spariti, come sono spariti i commenti. Ce ne sono alcuni significativi inviati da altri come quello di una conversazione whatsapp, di ieri sera: “Vi siete messi insieme? Tu hai 23 anni e lei 15. L’età è solo un numero! E la prigione è solo una stanza”.

Solo che in questa storia l'età è quella di una ragazzina di 13 anni. E la prigione è quella vera, della “non madre” che la offriva in pasto ad uomini adulti.

Poi, quell’uomo dai capelli bianchi e apparentemente un distinto padre di famiglia sarà interrogato. Sarà interrogata lei la “non madre”. Si giustificheranno. Ma in questa storia poco importa. Poco.

©RIPRODUZIONE RISERVATA