Pronto soccorso, le porte restano chiuse 

Lavori finiti a giugno ma mancano arredi e attrezzature. E la struttura è già fuori dalla rete regionale dell’emergenza

ROCCADASPIDE. I lavori sono terminati a giugno ma le porte del nuovo pronto soccorso dell’ospedale di Roccadaspide restano chiuse. Dopo tre mesi dalla chiusura del cantiere l’Asl Salerno non ha ancora fornito le attrezzature e arredi utili per le attività sanitarie. Si tratta di una struttura moderna e funzionale per l’ospedale. Il pronto soccorso ha un nuovo ingresso costruito a circa una quindicina di metri di distanza da quello vecchio. In questo spazio è stata realizzata la camera calda, un ambiente che, a seconda della stagione, viene riscaldato o raffreddato per evitare sbalzi di temperatura ai pazienti trasportati d’urgenza nella struttura ospedaliera. L’intera ala è stata ristrutturata con mirati lavori di ammodernamento.
L'ingresso è separato per pazienti ed accompagnatori, in modo da evitare di generare caos all'interno del pronto soccorso, ed ottimizzare al meglio le prestazioni sanitarie. Sono previsti quattro posti di osservazione breve, due per Medicina e due per Chirurgia. L’unità operativa del pronto soccorso è costata circa 700.000 euro.
Nel mezzo, non si conosce la sorte di questo ospedale. O meglio, la struttura con il nuovo piano ospedaliero regionale è già fuori dalla rete dell’emergenza, con la riduzione dei posti letto da 70 a 20 e un’ulteriore riduzione successiva di 10. Un paradosso, che vede da un lato il Psa chiudere i battenti con l’uscita dalla rete dell’emergenza, dall’altro un impiego di circa 700.000 euro per la costruzione del nuovo pronto soccorso. Nonostante l'ammodernamento dell’unità operativa, la reale domanda è se i pazienti potranno effettivamente beneficiare della struttura, predisposta per rispondere a maggiori problematiche dei pazienti con un minore spreco di risorse.
La paventata chiusura del pronto soccorso, nel caso di entrata in vigore del nuovo piano ospedaliero, comporterà disagi notevoli in tutta l’area di riferimento dell’ospedale di Roccadaspide dalla Valle del Calore, agli Alburni. La sua apertura aveva l’obiettivo di rafforzare i servizi svolti nella struttura sanitaria che, ora, rischia di chiudere i battenti. L’auspicio è che il piano ospedaliero regionale, anche alla luce di ricorsi e proteste, possa essere modificato. Si attende per fine settembre la sentenza del Tar a seguito del ricorso presentato dal Comune di Roccadaspide, unitamente al Comitato per la salute pubblica della Valle del Sele, la Fisi e i dipendenti-utenti dei presidi ospedalieri della Valle del Sele (Carmine Rufo, Rolando Scotillo, Vito Mirra e Cosimo Pagano) che hanno deciso di impugnare l’atto definitivo di approvazione dell’atto aziendale della Asl di Salerno.
Angela Sabetta
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