«Pronti ad incontrare la nuova proprietà»

Bonavitacola: «La Regione è interessata a cercare le soluzioni possibili per il rilancio del cementificio»

Fra tre giorni sapremo quale sarà il destino dello stabilimento salernitano della Italcementi dopo la vendita, da parte della famiglia Pesenti, del pacchetto azionario del 45 per cento al colosso tedesco Heidelberg Cement. Martedì mattina, alle 11.30, a Rona nella sede della Federmaco è previsto l’incontro con i rappresentanti sindacali nazionali e i delegati aziendali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil. Una riunione urgente, chiesta immediatamente all’indomani della vendita, avvenuta a loro insaputa, per capire quali saranno gli orientamenti del nuovo acquirente soprattutto sotto il profilo dei livelli occupazionali, già ridimensionato con il piano industriale avviato all’inizio dell’anno che ha previsto per l’impianto di Salerno il depotenziamento da cementeria a macinazione ed insacchettamento con il contestuale avvio della cassa integrazione a rotazione per i 74 dipendenti, tra operai ed amministrativi.

Della loro vicenda, anche alla luce di quello che sarà l’esito del vertice di martedì prossimo, è pronta ad interessarsi la Regione Campania, il cui intervento era stato invocato anche dalla segreteria provinciale e dalle rsu della Fillea Cgil. «Aspettiamo l’incontro della prossima settimana – ha dichiarato il vice presidente della Regione con delega all’Ambiente e all’Urbanistica, Fulvio Bonavitacola – ma siamo pronti ad incontrare i vertici di Italcementi e della nuova proprietà per capire quali sono i loro intenti per lo stabilimento di Salerno e cercare tutte le soluzioni possibili per accompagnare l’eventuale rilancio del sito». Da Santa Lucia, insomma, sono pronti a fare la loro parte, anche sul fronte legislativo. L’unico possibile rilancio per lo stabilimento di Salerno è quello di ritornare ad essere un centro di produzione del cemento, come è stato fino a quando il settore dell’edilizia non è andato in crisi, facendo crollare la domanda di materia prima. Ma a penalizzare Salerno, costringendo la famiglia Pesenti, nel 2014, a ridimensionare le attività è stato anche l’esaurimento della cava di San Mango Piemonte che non è stata più rimpiazzata anche per colpa della mancata approvazione di un nuovo piano regionale per le attività estrattive, ancora fermo al 2006.

Ed è proprio su questo fronte, così delicato, che la Regione Campania potrebbe fare la sua parte, aggiornando quello già esistente o varandone uno ex novo. «Quel piano – ha detto Bonavitacola – può essere adeguato. Prima però – ha precisato - è indispensabile capire cosa prevede il piano industriale dell’azienda e vedere se ci sono le reali condizioni per una ripartenza dell’impianto di Salerno».

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