«Pronti a chiedere i danni a Miccio»

Box in piazza Cavour a Salerno: Forte e Andreozzi ricorrono al Tar. Nel mirino la Soprintendenza che ha bocciato il progetto

«Siamo pronti a fare ricorso al Tar. Già martedì presenteremo tutta la documentazione in nostro possesso per far valere le nostre ragioni. Poi arriverà anche il momento della richiesta dei risarcimenti che inoltreremo principalmente alla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Salerno diretta da Gennaro Miccio». All’indomani della chiusura della conferenza dei servizi che da marzo scorso, con cadenza quasi mensile, si è riunita in Comune per discutere sulla fattibilità dei parcheggi interrati in piazza Cavour, Fabrizio Forte, titolare della ditta che insieme a quella di Andreozzi doveva eseguire i lavori che avrebbero portato alla creazione di 236 posti auto a rotazione e 90 box privati nel cuore della città, è pronto ad adire le vie legali per ottenere un risarcimento per lo meno per il tempo perso dietro ai “sì e no” della Soprintendenza.

“Si e no” che si sono palesati anche ieri l’altro, durante l’ultima puntata di quella che può essere definita a buon ragione una telenovela, quando l’architetto Giovanni Villani, nella riunione tenutasi nella stanza del capo staff del sindaco, Alberto Di Lorenzo, ha presentato sia un parere favorevole all’opera - «in quanto l’intervento (i parcheggi interrati - ndr), non prevedendo opere fuori terra, si ritiene compatibile con le esigenze di tutela paesaggistica del sito» - sia un diniego alla stessa: permangono motivi ostativi al posizionamento delle rampe «in quanto le stesse producono una sensibile riduzione dei valori culturali dell’area».

Insomma l’opera, secondo la Soprintendenza, non andrebbe a stravolgere il lungomare, che inizialmente era il bene massimo da tutelare, ma andrebbe a intaccare la visuale di Palazzo Sant’Agostino. A suggerire la posizione presa dalla Soprintendenza di Salerno potrebbe essere stata la comunicazione arrivata in Comune dalla Direzione regionale lo scorso 8 ottobre - proprio un giorno prima di quando doveva effettivamente tenersi l’ultima conferenza poi ulteriormente rinviata - in cui da un lato si sottolineava come l’espressione sul parere del progetto spettava alla Soprintendenza di Salerno ma, dall’altro, metteva “in campana” Miccio sottolineando come la possibilità di realizzazione di opere modeste nell’area costituita da piazza Cavour, da piazza Sant’Agostino e dalle aree pubbliche ad esse limitrofe doveva essere finalizzata alla salvaguardia della prospettiva e della luce di Palazzo Sant’Agostino e alla inalterabilità delle condizioni di ambiente e di decoro del bene stesso.

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