Progetto anti erosione Il “no” di Legambiente

Esposto alla Commissione europea: «Sta per essere realizzata un’opera datata» Proposto un ripascimento “morbido” a tutela delle biodiversità e dei fiumi

Inefficace, datato, per certi versi dannoso e dai costi di manutenzione elevatissimi: sono queste le ragioni per le quali Legambiente boccia in pieno il progetto - recentemente dalla Regione è arrivato l’ok per una ulteriore tranche di finanziamento di quindici milioni di euro - per fronteggiare l’erosione del litorale salernitano. La settimana prossima, l’associazione ambientalista presieduta da Michele Buonomo, invierà un dettagliato report alla Commissione europea, per evidenziare le forti criticità rilevate e sollecitare un intervento affinchè vengano adottate metodologie meno invasive e più moderne. «Intendiamoci, Legambiente da anni si batte per la salvaguardia della costa e la tutela del mare, ma vogliamo che i lavori siano fatti nel migliore dei modi. Il progetto finanziato dalla Regione si basa su una metodologia del dopoguerra - ha spiegato Giancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico dell’associazione -che procura seri problemi, perchè altera la dinamica del mare, enfatizza grazie al blocco di barriere ponderose il proliferare di alghe, con tutti i rischi legati alla ostreopsis ovata, ossia l’alga tossica che minaccia il litorale campano. In una parola artificializza la costa e cozza con i siti Natura 2000 importanti dal punto di vista della biodiversità». Per il presidente Buonomo, è una scelta «fuori dal mondo» dal momento che «i cosiddetti pennelli e barriere soffolte, vengono oramai da anni ritenuti inadeguati sia in termini di efficacia, che di impatto ambientale, economico e sociale. In Emilia, in Toscana, ma anche nel vicino Lazio, la strategia di contrasto dell’erosione costiera fonda sui ripascimenti morbidi, uniti ad interventi collaterali che favoriscono il naturale apporto di sabbie dai fiumi e la stabilizzazione delle dune con la vegetazione. Perfino la Ue, la stessa che cofinanzia il progetto, dichiara esplicitamente in un opuscolo che le tradizionali opere ingegneristiche pesanti come le dighe foranee o i frangiflutti comportano costi di manutenzione elevatissimi e non sempre riescono ad impedire l’erosione dei litorali, anzi in alcuni casi addirittura la accelerano». Legambiente propone invece un ripascimento morbido, che passi per il prelievo della sabbia dai fondali profondi, il ripristino della vegetazione dunale e il trasporto dei fiumi che non devono essere “bloccati”, «per evitare di rifare gli stessi errori di cinquanta anni fa». L’obiettivo, spiegano gli attivisti di Legambiente, è quello di non sprecare i settanta milioni di euro disponibili. «L’auspicio - ha continuato Buonomo - è quindi che il progetto possa essere corretto e a tal fine avvieremo una interlocuzione a pieno campo, con Comuni, Provincia e Regione, ma anche con Ministero dell’Ambiente e Commissione Europea». Due settimane fa la Regione aveva sbloccato quindici milioni per la messa in sicurezza del litorale compreso tra Torre Angellara ed il porto Marina d’Arechi per la realizzazione delle opere di difesa della costa a valere sui fondi Fesr 2007-2013. Nello specifico il finanziamento consentirà il completamento di una scogliera lunga un chilometro e cento metri realizzata da Mercatello al lido dei carabinieri, con la realizzazione di tre scogliere di lunghezza variabile tra i 200 ed i 570 metri, che saranno ubicate a 160 metri dalla linea di riva ed invasate ad una profondità che oscilla tra i meno quattro ed i meno cinque metri, intervallate da varchi di cinquanta metri ognuno.

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