Progetti e appalti dietro la “guerra” dei tecnici 

Capaccio, i retroscena di una battaglia a colpi di atti dei dirigenti. E sei milioni di fondi europei rischiano di essere perduti

CAPACCIO PAESTUM. Sarebbero almeno tre gli atti posti in essere dal Comune di Capaccio Paestum che ci sono dietro la “guerra” dei funzionari tecnici e che ora sono sulla scrivania di un commissario prefettizio. Riguardano altrettanti progetti e appalti, dove si intrecciano le sorti di due funzionari dell’Ente: l’ingegnere Carmine Greco, coordinatore dell’Area V, e l’ingegnere Gianni Vito Bello, responsabile dell’Area IV-Lavori pubblici. Primo caso: l’appalto è quello per il miglioramento della viabilità di via Magna Grecia. Un appalto di 6,5 milioni di euro di fondi Fsc 2014-2020, per il quale Greco rivestiva in un primo momento la figura di Responsabile unico del procedimento (Rup). Questi aveva provveduto nei mesi scorsi a pubblicare il bando di gara, ma a pochi giorni dalla scadenza dello stesso, questo è stato annullato in autotutela e ripubblicato dall’ingegnere Bello, che intanto era subentrato quale Rup proprio dell’appalto in questione. Cambia il funzionario si bloccam un appalto di 6 milioni e mezzo di fondi europei.
Nel provvedimento viene giustificata la scelta per una serie di criticità riscontrate nel precedente bando. Bello, va ricordato, da alcuni mesi è in servizio per 12 ore settimanali al Comune di Capaccio Paestum, in virtù di una convenzione voluta dall’ex sindaco Franco Palumbo; Greco, invece, è da diciotto anni nelle vicende urbanistiche e di lavori pubblici a Capaccio. Greco ha più volte lamentato che la nomina a Rup (responsabile unico del procedimento) non può essere fatta dalla giunta comunale, così come è avvenuto per Bello, come per l’appalto in questione.
Nella “guerra” c’è anche la verifica dle progetto dei sei ilioni di euro. È il capitolo della cosiddetta validazione: Bello provvide a verificare il progetto, curato da Greco, ai sensi dell’articolo 26 del Codice degli appalti. Per i progetti che hanno un importo superiore a 1 milione di euro, infatti, responsabile unico del procedimento e verificatore non possono essere la stessa persona, come invece accade in questo caso.
Altre due situazioni riguardano la palestra comunale e il rifacimento della condotta sottomarina. Anche nel caso della palestra, la nomina a Bello quale Rup è avvenuta ad opera della giunta Palumbo.
In questo caso vi sono altre curiosità che sono state espresse dal consigliere uscente Fernando Maria Mucciolo che ha denunciato presunti intrecci personali e professionali tra l’ ingegnere Vito Bello e l’appalto alla DFP Engineering srl dell’ingegnere De Falco, cincitori di una gara di appalto per la progettazione esecutiva dell’aeroporto “Pastine” nel Comune di Roma. E De Falco è stato anche il collaudatore del centro benessere di Giungano, il paese di origine politica dell’ex sindaco Palumbo.Altro capitolo della guerra è sul progetto di rifacimento della condotta sottomarina. Il progetto dell’appalto da circa 3 milioni di euro (Rup Bello) sarebbe stato firmato da un soggetto non iscritto all’Albo, mentre il Codice degli appalti impone che a firmare sia un professionista regolarmente iscritto al rispettivo Albo professionale. Una “guerra” senza esclusione di colpi, tra presunte illegittimità e il blocco sostanziale di sei milioni di euro di finanziamento.
Andrea Passaro
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