«Progetti concordati per le aree in vendita»

I tecnici del Comune replicano al soprintendente Miccio sui vincoli relativi a piazza Mazzini

Il Comune di Salerno chiarisce subito la contestazione mossa dal soprintendente Gennaro Miccio, in merito all’alienazione delle quattro aree approvata lunedì dal Consiglio comunale. Miccio aveva voluto subito precisare in merito a Piazza Mazzini che «è un’area sotto tutela ambientale perché si trova a meno di 300 metri dal mare». In realtà, una simile situazione si potrebbe riscontrare anche per la zona dell’ex cementificio e per altri edifici già costruiti lungo la zona costiera. A spiegare meglio la procedura è stata l’architetto Bianca De Roberto, direttore del settore urbanistica, territorio, piani e programmi. «Tutta la fascia costiera è vincolata - chiarisce subito - e se si dovesse costruire qualcosa si chiederà l’autorizzazione alla soprintendenza come è stato fatto per il passato, basti pensare al Polo Nautico o allo stesso Grand Hotel. Non è certo una scoperta; è norma chiedere sempre il parere prima ancora del progetto esecutivo. In questi casi si lavora in progettazione concordata e sarà così anche per le aree che eventualmente verranno vendute». Quindi a differenza di quanto pensato da Miccio, il Comune si è ben «reso conto della situazione» e sa già quali saranno i passi successivi da compiere. Sempre sull’argomento alienazioni si registra l’intervento del consigliere comunale Roberto Celano. Il rappresentante del centrodestra spiega che, nonostante quanto affermato dal sindaco, i proventi delle vendite non potranno essere usati per impedire il taglio ai servizi e spese sociali. «Inverosimilmente il sindaco dimostra di ignorare che i proventi derivanti da alienazioni di beni comunali non possano in alcun modo essere utilizzati per spese diverse dagli investimenti. Le sue dichiarazioni, che dimostrano confusione in materia contabile, dovrebbero indurre anche i revisori dei conti ad accertare, a questo punto, il corretto utilizzo dei trasferimenti da altri enti in conto capitale, ossia controllare che le somme provenienti dallo Stato e dalla Regione, destinate a finanziare le opere pubbliche siano correttamente utilizzate e non siano distratte per coprire le spese correnti». Insomma, per Celano: «Il fatto è che il sindaco preferisce cementificare la città e realizzare palazzi ed edifici anche nelle uniche zone libere del centro cittadino, pur di non ridurre spese che servono a foraggiare la propria vanità».

Angela Caso

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