Prof e studenti insieme nel corteo per la scuola

In duemila al raduno di piazza Vittorio Veneto ma poi la pioggia li ha decimati Striscioni e grida sul Corso: «Non lasceremo passare la privatizzazione»

Sono partiti in duemila e sono approdati in cinquecento. Non si tratta di uno slogan, ma dell’esito del corteo nazionale di protesta per la scuola pubblica indetto dalla Flc Cgil che, ieri mattina, ha affollato il centro cittadino. A snellire il fiume di studenti, precari e sindacalisti, il violento temporale che ieri mattina ha costretto tanti manifestanti a riavvolgere gli striscioni per filare dritti a casa. «Non mi resta che correre a casa per asciugarmi da capo a piedi» confessa una studentessa del Regina Margherita proveniente da Mercato San Severino. La pioggia li ha resi zuppi, ma non è riuscita a spegnere la voglia di protestare di Emanuele Cuzzo e Nicola Lettieri che, insieme ai loro compagni del liceo Severi, non si sono lasciati scoraggiare dal temporale. Con loro anche Antonio Rossi e Pasquale Longobardi dell’istituto Marconi di Nocera Inferiore, e poi gli studenti di Focaccia, Alfano I, Menna-Sabatini,De Sanctis, Da Procida, Severi, e di tante altre scuole cittadine e della provincia. Da Sarno, Cava de’ Tirreni, Eboli, Nocera, Pagani, una marea di ragazzi, con striscioni e fischietti, hanno risposto all’appello della Flc Cgil per dire “no” ai nuovi tagli ed in particolare alla legge 953, l’ex progetto Aprea dal nome del deputato estensore, che «mortifica le rappresentanze studentesche».

Da piazza Vittorio Veneto le delegazioni degli istituti, insieme a quelle organizzate dall’Unione degli studenti, dalla Rete degli studenti e da altre associazioni, hanno sfilato accanto a docenti e personale Ata precario, capitanati dal segretario Flc Cgil, tenendo alti per l’intero Corso Vittorio Emanuele i loro striscioni di protesta. Non tutti, però, si sono detti a conoscenza delle ragioni dello sciopero, ammettendo di essere scesi in piazza per «il gusto di lottare». Non è mancata, tuttavia, una buona fetta studentesca perfettamente convinta delle proprie ragioni. Di questa fetta fanno parte Giovanna Vitale, Chiara Iannone, Carolina Grasso, Rosamaria Annunziata, Annachiara Botta e Carmela Cuofano, studentesse cavesi e salernitane che, tutte insieme, hanno sottolineato quanto importante sia manifestare il proprio dissenso per il tentativo di “privatizzare” la scuola. A far rullare il tamburo, infuocando gli animi dei compagni, Vincenzo Nanni, Vincenzo De Rosa e Armando Purgante. «Non sentiamo che la scuola attuale, così come è stata ridotta, ci appartenga» ha osservato Caterina Lupo del liceo scientifico Giovanni da Procida.

«Da soli invisibili, insieme invicibili», «Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso», alcuni degli slogan, tra cui non ne sono mancati altri non legati al mondo della scuola. Tra questi, uno contro gli attivisto di Casapound. A placare gli animi, all’altezza del Tribunale, la pioggia battente che ha costretto molti manifestanti a rinunciare alla battaglia. Di meno, ma motivati, gli alunni che resistendo alle intemperie hanno raggiunto la Prefettura per sensibilizzare le istituzioni sui disagi del mondo della scuola. Infine il sindacalista Capezzuto, insieme alle delegazioni studentesche di Uds e Link e ad altri rappresentanti dei ragazzi, pur senza essere ricevuto dal prefetto Pantalone, ha espresso le ragioni della protesta al Palazzo del Governo. «Confidiamo nell’opposizione del Partito Democratico a questi progetti governativi sulla scuola» ha concluso il segretario provinciale della Flc Cgil.

Marilia Parente

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