PAGANI

Prof di musica minaccia 12enne: "Se mi lasci mi uccido"

Ripercorsa la vicenda del paganese attraverso la ricostruzione delle indagini e l’esame degli sms all’allieva

PAGANI. L’intera udienza di ieri al processo al paganese insegnante di musica accusato di abusi sessuali su un’allieva minore, ha ripercorso l’intera vicenda del sessantasettenne: dalla denuncia della madre di una ragazzina, parte offesa nel processo, fino alle indagini, con le intercettazioni ambientali nelle auto delle vittime e i riferimenti del maresciallo dei carabinieri che seguì le indagini. Dai riscontri e dai successivi messaggi intercettati su whatsapp, sono emersi i chiari riferimenti sessuali agli atti dell’inchiesta, dalle frasi d’amore alle richieste. «Devi smetterla perché noi abbiamo un rapporto normale» o «Se tu mi lasci, io mi suicido». Alle ricostruzioni si aggiunge la verifica sul numero intestato e i sequestri di tablet, cellulari, computer appartenenti all’imputato, con l’attesa ancora in sospeso per i risultati al vaglio di un ufficio specializzato.
A un certo punto, come emerso nell’udienza di ieri, la mamma di una delle due bambine si è sostituita alla figlia, chattando con il maestro su whatsapp, con lui che a un certo punto ha pensato a una trappola vedendo la ragazzina minore senza cellulare. Proprio le madri, in questo snodo giudiziario, hanno un ruolo decisivo nel seguire quanto accadeva alle figlie, ricostruendo i fatti dai sospetti, controllando i telefonini adoperati dalle bambine, fino ad apprendere direttamente dal procedimento penale oramai disvelato quanto era successo. I giudici hanno acquisito la testimonianza di un’altra madre, agli atti del dibattimento, con il consenso delle parti. Il processo è stato aggiornato al prossimo 22 settembre, quando verrà sentita un’altra minore, insieme al consulente del pm e alla presenza della psicologa.
Il sessantasettenne imputato di violenza sessuale fu arrestato e recluso ai domiciliari dopo la denuncia e la fase di riscontro: il processo finora ha registrato la deposizione della prima ragazzina, la vittima, ascoltata insieme alla madre, e il cui racconto è al centro dell’accusa contestata di violenza sessuale tentata, basata su riferimenti e trascrizioni agli atti dell’inchiesta. L’atteggiamento della ragazzina aveva spiegato una sorta di plagio subìto dall’adulto, difeso di fiducia dall’avvocato Antonello Coppola. In precedenza l’imputato aveva chiesto un permesso al lavoro, rigettato dal tribunale, per riprendere l’impiego di facchino al mercato ortofrutticolo.
Nel dibattimento è stato anche affrontato, nelle scorse udienze, il momento chiave del saluto tra maestro e allieva, con un contatto non verificato. La chiave del procedimento risiede nel rapporto quotidiano di frequentazione tra imputato e ragazzine minori di anni quattordici, durante le sue lezioni di musica popolare, con indebito vantaggio della sua posizione di direttore artistico e insegnante della scuola di balli.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.