Processo Salsano, colpo di scena

L’uomo guidava il cavallo che colpì a morte una donna, la difesa ha rinunciato ai testimoni

Colpo di scena al processo per la morte della cavese Annamaria Bottiglia, 56 anni, deceduta per le conseguenze di un colpo alla testa ricevuto da un cavallo imbizzarrito che trainava un calesse guidato da Alfonso Salsano. Ieri mattina nell’udienza al tribunale di Salerno, la difesa ha rinunciato ai testi che avrebbero dovuto essere ascoltati. Una scelta che ha portato alla conclusione dell’istruttoria e alla decisione di fissare la discussione finale per il prossimo 14 aprile. In quell’occasione parleranno il pm, l’avvocato Alfonso Senatore per i figli della signora Annamaria e l’avvocato della difesa. E potrebbe dunque esserci anche la sentenza per Alfonso Salsano, difeso dall’avvocato, Michele Rotondi.

Salsano è accusato di negligenza ed imperizia. Le briglie utilizzate per il calesse sono state ritenute in carente stato di manutenzione: in occasione dell’incidente, infatti, spezzandosi resero impossibile per Salsano contenere la furia del cavallo.

Annamaria Bottiglia morì il 3 dicembre del 2006 per le numerose ferite, lesioni ed emorragie riportate nell’incidente accaduto poco più di un mese prima, il 30 ottobre. Da quella data la donna era in stato di coma irreversibile. Quel giorno la donna si stava recando alla messa nella basilica di Santa Maria Incoronata dell’Olmo, quando fu colpita dal cavallo imbizzarrito: l’animale era sfuggito al controllo di Salsano e alzandosi su due zampe centrò alla testa con uno zoccolo la povera donna che cadde priva di sensi sull’asfalto. Le sue condizioni apparvero subito molto gravi: fu prima ricoverata all’ospedale di Cava de’ Tirreni, quindi all’“Umberto I “ di Nocera Inferiore, poi, constatata la gravità della situazione, fu trasferita al “Cardarelli”. Dopo un periodo di degenza nel nosocomio napoletano, Annamaria venne trasportata a Campolongo per essere sottoposta a una terapia riabilitativa. Ma il colpo al capo e le estese lesioni interne che ne sono derivate non le hanno lasciato scampo: il 3 dicembre del 2006 la donna è morta proprio nella struttura di Campolongo.

Annalaura Ferrara

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