Processo “Linea d’ombra” La parola passa alla difesa

Politica e camorra a Pagani: si apre un mese decisivo per l’intera vicenda Oltre alla sentenza c’è la Cassazione che deve valutare le scarcerazioni

PAGANI. L’inizio delle arringhe previsto per martedì prossimo 12 febbraio e l’attesa fissazione dell’udienza davanti alla Cassazione per la decisioni sulla custodia cautelare, sono decisive tappe della intera vicenda Linea d’ombra, processo che ipotizza collusioni politico-camorriste a Pagani, prima della sentenza di primo grado prevista a marzo. Al vertice del sistema processuale ricostruito dall’accusa restano l’ex sindaco Alberico Gambino e i fratelli Michele e Antonio Petrosino D’Auria, ritenuti l’asse dello scambio elettorale illecito.

Per quanto riguarda la questione cautelare il tribunale delle libertà considerò gli sviluppi processuali legati alle pesanti dichiarazioni dei collaboratori di giustizia sentiti, “pienamente utilizzabili nel giudizio dell’Appello cautelare”, individuando l’esistenza di profondi rapporti tra il sindaco Gambino e l’organizzazione camorristica. Il legame profondo “tra Alberico Gambino e i D’Auria, indicati quali esponenti apicali dell’omonimo clan”, resta il cuore dell’intero assunto della Dda di Salerno, con la decisione sospesa in attesa della pronuncia della Cassazione. Prima ancora è prevista l’imminente decisione del Tar sullo sgombero deciso dal comune di Pagani per la proprietà Criscuolo, in uso alla famiglia D’Auria, con l’ordinanza dell’ente impugnata dal legale di Michele D’Auria, avvocato Bonaventura Carrara. La requisitoria aveva chiuso il lavoro dell’accusa con richieste di pena a nove anni di carcere per l’ex sindaco Alberico Gambino e i fratelli Antonio e Michele Petrosino D’Auria, con l’amministrazione da una parte, rappresentata dal politico paganese, e dall’altra il clan Fezza D’Auria, guidato dai due pregiudicati. Le altre pene, gradualmente minori, erano state a sei anni e sei mesi di carcere per l’ex presidente della società partecipata Multiservice Giovanni Pandolfi Elettrico e per l’ex consigliere comunale e consulente del lavoro Giuseppe Santilli, cinque anni di reclusione rispettivamente per l’architetto e tecnico comunale Giovanni De Palma, per Antonio Fisichella e per il titolare della Torretta Cave, Francesco Marrazzo, con l’assoluzione per l’ex direttore della galleria commerciale Giovanni Barone, per l’ex assessore Massimo Quaratino e infine per il presidente della Paganese Raffaele Trapani.

Alfonso T. Guerritore

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