Vallo della lucania

Processo d’appello a Suor Soledad Slitta la requisitoria

VALLO DELLA LUCANIA. Due ore di relazione per ripercorrere un processo di primo gradi durato due anni e spiegare i motivi di appello presentati da Procura e difesa. Si è aperto, così, con l’introduzio...

VALLO DELLA LUCANIA. Due ore di relazione per ripercorrere un processo di primo gradi durato due anni e spiegare i motivi di appello presentati da Procura e difesa. Si è aperto, così, con l’introduzione del presidente Claudio Tringali, il processo d’appello a Suor Soledad, la novizia peruviana tuttira irreperibile e condannata dal Tribunale di Vallo della Lucania a otto anni di reclusione per abusi sessuali su alcuni bambini dell’asilo “Paolo VI” di Vallo, bambini che all’epoca (nel 2006) avevano tra i tre e i cinque anni. Con lei sono imputate per favoreggiamento due consorelle, Agnese Cafasso e Giuseppina De Paola (suor Romana); secondo i giudici del primo grado, che le hanno condannate a sedici mesi, avevano appreso dalle confidenze dei bambini quello che accadeva nell’asilo, ma avevano preferito tacere per timore che l’istituto ne fosse danneggiato.

Sul banco degli imputati, in seguito all’appello della Procura di Vallo, tornano anche il muratore Aniello Labruna e il fotografo Antonio Rinaldi, assolti in primo grado e accusati il primo di violenze sui bimbi che sarebbero state compiute a casa sua e il secondo di aver scattato fotografie a fini pornografici. Ora si attende di sapere cosa deciderà il procuratore generale Maddalena Russo, che ad aprile pronuncerà la requisitoria (inizialmente prevista per ieri) con le sue richieste alla Corte d’Appello. A maggio toccherà alle parti civili e poi ai difensori.