Processo al tunisino Accolta la richiesta per il rito abbreviato

A maggio uccise a Castellabate il pescatore Giuseppe Niglio Ascoltato uno dei figli, la famiglia della vittima parte civile

CASTELLABATE. Mokhtar Riahi, il tunisino che il 23 maggio scorso uccise a Santa Maria di Castellabate il pescatore Giuseppe Niglio, sarà giudicato secondo il rito abbreviato condizionato. A deciderlo, ieri mattina, il giudice del Tribunale di Vallo della Lucania, Donatella Bove, che ha accolto la richiesta presentata nei mesi scorsi dal legale del tunisino, Giuseppe Della Monica. «Nell’udienza – ha affermato Della Monica – durante la quale l’accusa era rappresentata dal pubblico ministero, Alfredo Greco, i familiari della vittima si sono costituiti parte civile. A difenderli è l’avvocato Federico Conte». «Il fatto che il giudice abbia ammesso il mio assistito ad essere giudicato con rito abbreviato condizionato, per me è una grande soddisfazione» ha sottolineato l’avvocato del tunisino. «Questo è il primo passo – ha detto ancora – verso i successivi passaggi tesi a far riconoscere che il mio cliente, nel compiere il delitto, non ha agito con premeditazione. Se ciò venisse riconosciuto, comporrebbe per lui, qualora venisse condannato, una riduzione di un terzo della pena. A questo ha puntato, fin dall’inizio, tutta la mia attività istruttoria». «Il prossimo passaggio è costituito dall’ascolto dei tre testimoni. Questo avverrà presso il tribunale vallese il prossimo 13 marzo alle 15.30. In quella sede vi sarà un confronto tra Mokhtar Riahi e un testimone che era presente in piazzetta Padre Pio al momento dell’omicidio. Saranno inoltre sentiti uno dei figli del mio assistito e un docente dell’Istituto alberghiero “Ancel Keys” di Vallo Scalo frequentato dalla figlia di Mokhtar» conclude l’avvocato. Ad uccidere Giuseppe Niglio fu Mokhtar Riahi a seguito di un tentativo di violenza sessuale operato da Niglio ai danni della figlia minorenne del tunisino. Questa, la mattina del 23 maggio scorso aveva accettato un passaggio in auto da Niglio per arrivare a scuola, a Vallo Scalo. Durante il tragitto però, l'uomo aveva improvvisamente svoltato in un'area isolata, nei pressi della diga artificiale dell'Alento, tentando di abusare della ragazzina.

Accompagnata a scuola, la ragazza aveva informato dell'accaduto la sorella, che frequenta la stessa scuola, e quindi i genitori che avevano fatto visitare la giovane all'ospedale San Luca di Vallo della Lucania. Qui, i sanitari hanno riscontrato alcune piccole lacerazioni nelle zone intime della ragazza. Responso che ha spinto il tunisino, una volta giunto a Santa Maria di Castellabate a chiedere spiegazioni a Niglio. Ma questi, secondo il tunisino, anziché discolparsi, avrebbe iniziato ad insultarlo pesantemente.

A quel punto Riahi estrasse un coltello e colpì a morte Niglio con otto fendenti.

Andrea Passaro

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