Processo ad Aliberti, il valzer dei difensori 

Oggi prima udienza: rimette il mandato l’avvocato Lepre e l’ex sindaco chiede a Sica di tornare nel collegio

Prenderà il via questa mattina il dibattimento per i sette imputati che hanno scelto il rito ordinario nell’ambito dell’operazione “Sarastra”. Nell’aula di giustizia del Tribunale di Nocera Inferiore, ci sarà anche l’ex sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, che presenterà una novità nel proprio collegio difensivo. L’avvocato Gennaro Lepre, infatti, da qualche giorno ha rimesso il proprio mandato, con il politico di Forza Italia che ora è rappresentato solo dal legale Giuseppe Pepe. Aliberti e i suoi familiari, dopo l’addio di Lepre, hanno chiesto all’avvocato Silverio Sica di riaccettare il mandato rimesso solo qualche settimana fa insieme al collega Agostino De Caro. Il legale salernitano, al momento, si è riservato di decidere in tempi brevi e lo farà solo valutando alcuni aspetti della difesa del primo cittadino. Tra i due, anche dopo l’avvicendamento con Lepre, c’è sempre stato un buon rapporto, ma non è escluso che Sica possa rifiutare per altri impegni professionali sopraggiunti da qualche tempo e che non gli consentirebbero di seguire al meglio la posizione di Aliberti. Oggi, dunque, l’ex sindaco sarà rappresentato solo da Pepe.
Insieme a lui, compariranno davanti al primo collegio dei giudici di Nocera Inferiore, il fratello Nello Maurizio Aliberti, la moglie e consigliera regionale Monica Paolino, l’ex staffista del Comune di Scafati, Giovanni Cozzolino, l’ex consigliere comunale di maggioranza Roberto Barchiesi, l’esperto in politiche sociali Andrea Ridosso e l’ex vicepresidente della società Acse, Ciro Petrucci. È stata stralciata la posizione di Giuseppina Ametrano, Catello Cesarano e Alfonso Cesarano, proprietari di quelle ditte di pompe funebri che, secondo la Dda, avrebbero rivestito un ruolo rilevante, per via di affissioni gratuite di cui avrebbero usufruito da Palazzo Mayer (di questo ne risponderanno solo Aliberti e Cozzolino al momento). Stessa sorte è capitata anche per i dipendenti comunali Nicola Fienga e Giacomo Cacchione.(d. g.)
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