Processione di San Matteo, il vescovo di Salerno cerca l’intesa con i parroci

Li incontrerà il 19 giugno per discutere del percorso. Dovranno decidere se il busto del santo farà tappa al Comune

SALERNO. Lo scorso anno ha voluto mostrare il pugno duro, ha preferito prendere da solo quelle decisioni che sarebbero andate a stravolgere l'attesa e partecipatissima processione di San Matteo e quindi a innescare la rivolta dei portatori e di tutti i salernitani particolarmente legati alla tradizione. Ed è stato molto criticato. Nonchè vergognosamente offeso. Per l'edizione 2015 della festa in onore del santo patrono, il vescovo di Salerno, monsignor Luigi Moretti, ha deciso di agire diversamente: ha preferito mettere da parte l'intransigenza e il decisionismo dimostrati un anno fa e, con largo anticipo rispetto all'appuntamento del prossimo 21 settembre, ha voluto chiamare a raccolta i parroci della città per ascoltare le loro considerazioni in merito ai cambiamenti da effettuare o meno alla tradizionale processione e scegliere con loro la via da seguire. Il prossimo 19 giugno, quindi, presso la chiesa di Maria Ss. del Rosario di Pompei, a Mariconda, Moretti incontrerà i circa cinquanta sacerdoti che guidano le altrettante parrocchie della zona est e ovest della città per decidere insieme a loro come dovrà essere organizzata la processione e quale dovrà essere il suo percorso, lo scorso anno privato di alcune soste ritenute essenziali dalla cittadinanza.

Ad avere un ruolo fondamentale in questa sorta di assemblea potrebbe essere don Felice Moliterno, anello di congiunzione tra il vescovo, di cui è segretario personale, e i portatori, molti dei quali sono suoi parrocchiani, che esporrà la sua personale visione della processione ai presbiteri in riunione. Persone vicine al giovane sacerdote affermano, infatti, che don Felice, oltre ad aver favorito il riappacificamento tra Moretti e i portatori più ribelli incontrando questi ultimi più di una volta quasi in segreto pur di farli scendere a miti consigli, da tempo sta caldeggiando la possibilità di consentire di nuovo l'ingresso nell'atrio del Comune al busto di San Matteo, vietato lo scorso anno tra mille polemiche e indecenti rimostranze. Proprio nella riunione del prossimo 19 giugno, quindi, i parroci salernitani saranno chiamati a dire la loro anche su questo aspetto non secondario della processione, riguardante soste e inchini che tanto hanno fatto discutere prima, durante e dopo lo scorso 21 settembre. Altre indiscrezioni hanno confermato che sulla “virata” verso il mare in piazza Cavour il vescovo abbia già abdicato e nella processione di quest'anno consentirà, così come non ha fatto lo scorso anno, alle paranze di assicurarsi la benedizione del santo patrono facendo arrivare il suo busto portato a spalla quasi fino alla riva.

Ora, con “l'apertura” alla giravolta nell'atrio di Palazzo di Città, si ipotizza, quindi, un altro passo indietro del numero uno della chiesa salernitana rispetto alle direttive emanate lo scorso anno, dettato forse dal desiderio di non ricercare a forza lo scontro con una nutrita parte della cittadinanza che reclama a gran voce una processione con tutti “i crismi”, compresi quelli definiti dallo stesso vescovo poco o per nulla di matrice cattolica. In questa controrivoluzione che si sta cercando di alimentare in Curia, che mira a tornare al passato, l'unico a rimanere estraneo è don Antonio Quaranta, parroco del Duomo, che è stato praticamente delegittimato nel suo ruolo di guida spirituale dei portatori dei busti dei santi che hanno invece affidato le loro più intime considerazioni a don Felice e da questi hanno ottenuto comprensione e supporto tanto da acconsentire a firmare qualche settimana fa lo Statuto del Portatore che detta la condotta da mantenere per essere degno di trasportare i santi in processione.