Processione, c’è l’accordo sul percorso

Monsignor Moretti ha incontrato i portatori e con loro ha redatto un documento per evitare i disordini dello scorso anno

«Ha prevalso il buon senso». «Faremo una grande processione». Sono stati questi i primi commenti rilasciati dai portatori delle statue di San Matteo quando ieri mattina, poco dopo mezzogiorno, hanno lasciato tronfi il palazzo arcivescovile dove monsignor Moretti ha esaudito la loro ultima, almeno per ora, richiesta: ottenere un verbale, con tanto di doppia firma, redatto per non avere più alcun dubbio in merito a “programma iniziative religiose e definizione del percorso e dei relativi aspetti organizzativi”.

Dopo neanche un’ora dalla fine dell’incontro, l’ufficio comunicazione della Curia partorisce, infatti, un comunicato in cui si spiega che “a seguito degli episodi accaduti nel corso della processione dello scorso anno, si è avviato un percorso congiunto al fine di una riconciliazione vera e di un profondo rinnovamento dello spirito che accompagna lo svolgimento di questo importante appuntamento che vede, tra l’altro, il coinvolgimento dell’intera comunità salernitana”.

I figli di tale percorso condiviso sono due: il primo è l’atto fondativo del Gruppo dei portatori di San Matteo, la cui bozza sembra essere già pienamente condivisa, che disciplinerà – almeno così si spera – la vita delle paranze, i comportamenti dei portatori e le regole da seguire rappresentando, così, il quadro normativo di riferimento per il corretto espletamento del servizio di portatore; il secondo è femmina ed è una planimetria, quella su cui sono stati segnati passaggi e movimenti da compiere durante il tragitto della processione stessa.

Questa volta le “fermate” elencate sono 15, proprio come quelle della Via Crucis, se si conta anche la Resurrezione, e in ognuna di loro si definisce in maniera quasi militaresca quello che è consentito: si parte col puntualizzare che saranno i portatori a prelevare a mano le statue dei santi Gaio, Fortunato, Ante, Gregorio VII, Giuseppe e Matteo dall’interno della cattedrale portandole nell’atrio del duomo dove sarà recitata la preghiera del portatore e sarà impartita la benedizione ai simulacri, schierati uno di fianco all’altro, che dovranno poi uscire in processione. Definito anche il numero delle bande che si inseriranno nel corteo: tre. Quattro le soste – piazza Portanova, incrocio tra corso Vittorio Emanuele e via Dei Principati, incrocio tra via Cilento e corso Garibaldi e piazza Sedile del Campo – dove ogni paranza “effettuerà, sulle braccia, una rotazione completa delle statue”.

Due i punti focali della processione, piazza Cavour e Comune. Nella prima entrerà “tutto il corteo da lato lungomare e le statue saranno appoggiate, per effettuare una sosta, sulle transenne già predisposte dall’organizzazione; tale situazione consentirà ai portatori di riposarsi e ristorarsi con dell'acqua offerta dal chiosco preparato dal Comune di Salerno. Successivamente l’arcivescovo reciterà una preghiera ed impartirà una benedizione per tutti i lavoratori, gente del mare e profughi”; davanti al secondo, seppure sarà il solo il “braccio” del santo a varcare la soglia così come il vescovo Moretti ha imposto – i portatori avranno comunque il loro ultimo, desiderato “inchino”: ogni statua si posizionerà fronte all’ingresso, così come era nel volere delle paranze, in fila, una accanto all'altra; la paranza di San Matteo si collocherà accanto alle altre in corrispondenza dell'arco principale del porticato, per una sosta al fine di permettere l’ingresso del vescovo con il braccio di San Matteo. Si ripartirà per giungere, infine, ai piedi della scalinata del duomo dove le paranze “effettueranno la consueta corsa fino a raggiungere la balaustra dove ognuna di loro , sulle braccia, effettuerà una rotazione completa”. Insomma, anche a Salerno tutto cambia perchè nulla cambi.

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