Processi addomesticati Indagato un giudice

Perquisizioni a Salerno, Roccapiemonte, Nocera Inferiore e Montoro nelle abitazioni di avvocati, commercialisti e cancellieri del tribunale

SALERNO. Galeotta un’intercettazione telefonica nella quale si narrava di processi aggiustati, regalie, rolex e lavori edili gratis nella casa del giudice Mario Pagano. E ieri all’alba è scattato il blitz dei finanzieri del Gico e dei poliziotti della Squadra Mobile di Napoli nell’abitazione del noto magistrato di Roccapiemonte, ritenuto il capo promotore di un’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, abuso d’ufficio, millantato credito, traffico di influenze illecite e accesso abusivo nel sistema informatico. Secondo le ipotesi accusatorie il magistrato avrebbe raccolto segnalazioni in riferimento a procedimenti in corso davanti ad uffici giudiziari del Tribunale di Salerno e Nocera Inferiore e presso la Commissione tributaria, facendo slittare processi e intercedendo affinché fossero emesse sentenze favorevoli per i suoi amici. Dirompente l’inchiesta dei magistrati napoletani Celeste Carrano e Ida Frongillo, coordinati dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino. Dieci le perquisizioni eseguite dagli agenti della Mobile, coordinati da Fausto Lamparelli, e dagli uomini del Gico. Gli inquirenti hanno bussato alla porta di Mario Pagano, 56 anni, di Roccapiemonte, ex giudice della sezione civile di Salerno, oggi presidente di una sezione civile a Potenza, e in servizio presso la Commissione tributaria di Salerno. Perquisizioni anche a casa e nello studio di Roberto Lambiase, avvocato 46enne di Roccapiemonte, attuale presidente del Consiglio comunale rocchese; Gerarda Torino 38 anni, avvocato, consigliere comunale di maggioranza a Roccapiemonte; suo marito, Michele Torino, 38 anni di Roccapiemonte, commercialista tributarista; Giovanni Pagano, 51 anni, di Roccapiemonte, avvocato parente del giudice; Augusta Villani, 53 anni, nocerina, giudice onorario presso la sezione civile del Tribunale di Salerno, già segretaria dell’associazione Osservatorio sulla giustizia; Renato Coppola, 59 anni, salernitano, dipendente della Provincia di Salerno e factotum di Mario Pagano; Michele Livrieri, 54 anni, salernitano, assistente giudiziario presso la cancelleria affari civili; Nicola Domenico Montone, 62 anni, di Montoro Inferiore, funzionario giudiziario presso l’ufficio recupero crediti del Gip del Tribunale di Salerno, cognato di Mario Pagano. Indagato anche l’imprenditore edile Giacomo Sessa, 57 anni, di Baronissi, che avrebbe realizzato dei lavori presso una proprietà di Pagano in cambio di un processo aggiustato a suo favore.

L’inchiesta affidata ai magistrati napoletani è nata da un’intercettazione telefonica, captata nell’ambito dell’indagine sui matrimoni fasulli, in cui è protagonista Giovanni Spinelli, amico di Roberto Lambiase. Nell’ambito di quel procedimento, coordinato dal sostituto procuratore Daria Cioncada, della Procura di Nocera Inferiore, gli agenti del Commissariato di Cava de’ Tirreni si imbatterono nelle rivelazioni di Lambiase che raccontava di aver donato un rolex al giudice rocchese, suo conterraneo e fratello dell’ex sindaco del paese, per pilotare il rinvio di un processo che stava curando per una società.

L’incipit ha portato a scoprire la trama di interessi e di favori, intessuta dal giudice Mario Pagano, al quale vengono addebitati sei episodi, tutti accaduti tra il 2014 e il 2016. Tra gennaio e maggio del 2014, Roberto Lambiase sarebbe rivolto a Mario Pagano, a cui era assegnata una causa per la risoluzione di un contratto di locazione, presentata dal curatore fallimentare della Sorieco srl, contro la Compost Campania difesa da lui. Obiettivo: rinviare di un anno e poi rigettare la richiesta di anticipazione della controparte. Ad “autodenunciarsi” è stato lo stesso Lambiase nell’intercettazione captata dagli inquirenti. Dopo questa scoperta, i magistrati napoletani ai quali è stata affidata l’inchiesta hanno scoperchiato un vaso di Pandora, nel quale vi sono numerosi altri episodi. Fu Mario Pagano, per esempio, a chiedere al Got Augusta Villani, ritenuta una sua sodale nell’associazione per delinquere, di consultare il sistema informatico Sacid del Tribunale di Salerno per comunicare all’imprenditore Giacomo Sessa notizie riservate su una causa pendente tra l’impresa del costruttore e una società controparte. In cambio delle notizie riservate, Sessa effettuò lavori gratis a casa di Mario Pagano, tra giugno e settembre del 2015.

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