«Privatizzazione? No, grazie»

Rifiuti, i sindacati ex Seta: «Le nostre paghe sono già basse, lasciare il pubblico è una sconfitta»

«Non è stato un carrozzone politico, ma espressione di professionalità e innovazione. Gli ex Seta non guadagnano una “barca di soldi”, ma uno stipendio medio di 1200 euro al mese. L’aumento del 30 per cento sulla Tares non è per mantenere gli 88 dipendenti ex Seta, bensì per sostenere costi di manutenzione delle strade e dell’illuminazione pubblica». Con queste precisazioni, il sindacalista della Cgil, Domenico Lambiase, ha aperto ieri mattina alla Mediateca la conferenza stampa convocata per illustrare i motivi per i quali gli 88 dipendenti ex Seta, attualmente in forza alla Metellia Servizi, devono proseguire la loro esperienza lavorativa nel settore pubblico.

«L’arrivo di Seta spa - ha spiegato Lambiase - risale al 1996. Abbiamo sempre lavorato con professionalità e abnegazione. Seta spa non è mai stata un carrozzone politico e se è finita non è sicuramente per colpa dei lavoratori. Ancora oggi, grazie all’impegno dei dipendenti siamo considerati uno dei comuni ricicloni per aver raggiunto una percentuale di raccolta pari o superiore al 65 per cento».

Intendono fare chiarezza sulla loro posizione lavorativa ed economica, gli operai ex Seta, e per farlo si sono affidati agli interventi dei sindacalisti della Cgil, Domenico Lambiase e Rosario Senatore, al segretario generale della Cisl, Matteo Buono, al rappresentante della segreteria provinciale Fp della Cgil, Angelo De Angelis, e al sindacalista della Cgil, funzione pubblica, Enzo Della Rocca. Ciò che hanno denunciato le organizzazioni sindacali è l’improvvida iniziativa posta in essere dall’amministrazione, la quale ha deciso di dare corso alle procedure di gara per l’affidamento del servizio ad un soggetto privato, nonostante, sia prossima l’approvazione della legge regionale di riordino del ciclo integrato dei rifiuti che andrà in vigore dal primo gennaio 2014.

«L’affidamento ai privati sarà una sconfitta - hanno spiegato Lambiase e Senatore - il privato non farà l’interesse dell’ambiente e dei cittadini». Dello stesso avviso anche Matteo Buono, che si è dichiarato preoccupato circa il futuro dei lavoratori qualora il servizio passasse ai privati. «Cava de’ Tirreni - ha affermato il segretario generale della Cisl - deve mantenere pubblico questo tipo di servizio. Siamo preoccupati per la gestione privata. Sappiamo come gli ambienti malavitosi sono attenti a queste realtà. Sarebbe inutile, poi, fare comitati anticamorra. Bisogna invece preservare a priori la città da eventuali infiltrazioni malavitose».

De Angelis e Buono, ricordando che il servizio di gestione dei rifiuti deve restare pubblico nel rispetto del contratto nazionale di lavoro, hanno anche bocciato la decurtazione del 20 per cento sugli stipendi proposta ai lavoratori, ricordando che ottanta lavoratori su ottantotto sono monoreddito, vivono cioè solo dello stipendio di ex Seta.

Annalaura Ferrara

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