Primato italiano: alla Campania il record delle case da abbattere

NAPOLI. Sono circa 70.000 gli immobili abusivi in Campania, secondo le stime delle associazioni ambientaliste. La Regione è storicamente primatista per “cemento selvaggio”, come attesta anche quest’an...

NAPOLI. Sono circa 70.000 gli immobili abusivi in Campania, secondo le stime delle associazioni ambientaliste. La Regione è storicamente primatista per “cemento selvaggio”, come attesta anche quest’anno il rapporto “Ecomafia 2017” di Legambiente: detiene il 18% delle infrazioni in Italia, con 764 reati accertati, 855 persone denunciate e 234 sequestri. Altro record negativo se leggiamo i dati su scala provinciale con Avellino (267 infrazioni, 228 persone denunciate e 10 sequestri), Napoli (221 infrazioni, 294 denunce e 177 sequestri) e Salerno (103 infrazioni, 187 denunce e 33 sequestri) a costituire il podio del mattone illegale.
Ma alla mole di abusi edilizi, nel Salernitano, fa da contraltare un rallentamento degli abbattimenti, tra prescrizioni, mancanza di fondi e reiterazione dei presunti abusi di necessità. Secondo i dati dell'ufficio demolizioni, nel distretto di competenza della Procura generale, nel periodo tra il 2008 fino al 17 febbraio 2017 sono 532 le ingiunzioni a demolire; 268 i decreti di archiviazione; 245 le richieste di finanziamenti; 255 i conferimenti di incarichi a ditte e imprese. Sono stati definiti, fino ai primi due mesi del 2017, 344 procedimenti e ne restano pendenti 256. Dei beni immobili abbattuti in 172 sono stati demoliti dai proprietari e 22 attraverso la procedura d'ufficio. In totale le archiviazioni risultano 22. Inascoltati anche gli allarmi: oltre un anno fa il Procuratore Generale di Salerno, Leonida Primicerio, sentito in Commissione Giustizia del Senato, dichiarò che nel Cilento erano soltanto nove le ordinanze di abbattimento in fase di esecuzione, a fronte dei numeri che al 10 marzo 2016 indicavano in 1687 le procedure di demolizione pendenti nel Distretto di Salerno tra le Procure di primo grado e la Procura generale. Ma nulla si è mosso. (g.r.)