Primarie Pd, Renzi decide dopo

Nessuna riunione della direzione regionale, la discussione si terrà entro il 2 febbraio così come è stato

SALERNO. Allora. Senza troppi giri di parole. La segreteria regionale ha deliberato un dispositivo attraverso il quale ha riaperto le iscrizioni alle primarie fino al giorno primo febbraio e rinviato le consultazioni al 22 dello stesso mese. Il dispositivo sarà condiviso telematicamente coi membri della direzione. La discussione vera e propria si farà entro il due febbraio. Cioè quando Matteo Renzi deciderà, dopo le elezione del Presidente della Repubblica, così come lui ha stabilito. Fino ad allora, tutti in corsa, anche Vincenzo De Luca. Almeno fino a quando non arriverà il “capo” e dirà: tu sì, tu no, il partito è mio e decido io.

Ieri sulle primarie del centrosinistra tutti hanno voluto dire la loro, perfino Stefano Caldoro e Luigi de Magistris. È il tema del secolo e dunque è meglio approfittare del circo mediatico. Il segretario regionale del Pd, Nicola Landolfi usa - come è giusto che sia - la sua penna un po’ logorroica (per il mezzo, che pure critica, ndr) come zeppa per De Luca e su facebook scrive: «Il continuo rinvio al patrocinio romano, la mancanza di piena e consapevole autonomia nella responsabilità, alla lunga possono cancellare anche le tante esperienze significative e di successo di circoli, federazioni e territori». Landolfi immagina un «un Partito più autonomo dai suoi eletti, con gruppi dirigenti a tempo pieno, che non rifugga nei salotti e nei caminetti romani, che decida con chi lavora sul territorio ogni giorno e non dibatta per tweet e reetwet». E dunque, «andare avanti con questi candidati. Perfino più liberi di prima, confidando anche in osservatori più attenti, che non diano la parola soltanto ai provocatori interni, a quelli che si sono abbuffati nel correntismo, nei veleni e nelle accuse e che non hanno mai prodotto un risultato».

L’eurodeputato Andrea Cozzolino, candidato alle primarie, convoca la stampa per dire sostanzialmente: sì al rinvio, ma ora si dia la parola ai cittadini «perché se il partito lavorasse per evitarle minerebbe quello che i sondaggi dicono, e cioè che possiamo vincere solo attraverso la partecipazione democratica». Già al secondo rinvio aveva detto: «Ora basta» e anche ieri lo ha ripetuto «si vada diritti all’appuntamento con le primarie. Come giustamente ha detto anche De Luca»; e giù a ristampare tutto il materiale prodotto e rimodulare la grafica costruita per il primo di febbraio. Pazienza. Cozzolino è poi convinto che il 22, in campo, ci sarà anche Gennaro Migliore, che «ha detto di voler essere della partita», e fa un appello affinchè scenda in campo anche l’esponente del Psi Marco Di Lello, che non ha ufficializzato la sua candidatura, a differenza del segretario regionale di Idv, Nello Di Nardo.

«Visto il rinvio a maggio delle elezioni Regionali e viste le ultime vicende relative ad alcuni dei protagonisti della competizione per la scelta del candidato governatore del Pd Campania, vicende che di sicuro suggeriscono una riflessione all’interno del partito, non si può che considerare comprensibile e opportuno un rinvio». Così l’onorevole Valeria Valente, componente della segreteria regionale per la quale, ora, è necessario «lavorare tutti insieme perché le primarie, invocate dagli iscritti, siano un momento di partecipazione e mobilitazione democratica vera, una competizione sana e trasparente nel rispetto di regole chiare e condivise».

«Sono partito tardi in questa competizione perché in origine non avevo scelto di parteciparvi». Commenta Migliore ai microfoni di Radio Castelluccio. «Ho scelto di partecipare - dice - perché un largo fronte me lo ha chiesto». De Luca sì, De Luca no, Migliore rimarca: «Ovviamente sarà oggetto di una discussione che coinvolgerà anche lui e il partito nel suo complesso. Da questo punto di vista io distinguo tra l’importanza di una cultura garantista, dove le persone devono essere considerate sempre nella loro integrità senza poter utilizzare un furore giustizialista che tanti danni ha fatto e dall’alto si valuterà quali sono le condizioni che si sono determinate. Le vicende che si stanno susseguendo si commentano da sole. Ci sono stati travagli anche in altri regioni ma non sono state oggetto di una discussione».

Nel dibattito anche Michele Grimaldi dirigente regionale del Pd Campania. «Lo dico ai dirigenti del Pd campano - scrive su Facebook - e a quelli nazionali: non scegliere il candidato alla presidenza della Regione tramite elezioni primarie sarebbe un errore gravissimo, che negherebbe storia e valori diffusi e condivisi. Inciuci burocratici, atti di sciacallaggio politico, e chiusure autoreferenziali non saranno la soluzione: anzi, saranno la definitiva consacrazione del problema».

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