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Primarie Pd, il vicesegretario Guerini prende tempo

Doppia riunione ieri sul caso Campania. Si attende l'esito dell'incontro al quale hanno partecipato, tra gli altri, Teresa Armato, Simone Valiante, Guglielmo Epifani. Bonavitacola: <Evitare il ridicolo>

Il vicesegretario nazionale del Pd, Lorenzo Guerini, nel tentativo di bloccare le primarie in Campania, ha chiamato ieri a Roma i "capicorrente". Due le riunioni fiume tenute con la pattuglia di deputati e consiglieri campani. L'argomento principale è stato come evitare lo scontro De Luca – Cozzolino il prossimo 11 di gennaio (data fissata per le primarie) e proporre un nome unitario (in bilico il nome di Gennaro Migliore, ndr). Alle due riunioni hanno preso parte Teresa Armato e Simone Valiante (area Dem); il pitteliano Peppe Russo ma anche Mario Casillo, Raffaele Topo e il segretario regionale Assunta Tartaglione. A colloquio con il vice di Matteo Renzi, anche i riformisti Gugliemo Epifani, Umberto Del Basso De Caro e Massimo Paolucci. Fuori dalle trattative la pattuglia di giovani renziani: dall’europarlamentare Pina Picierno, al deputato Luigi Famiglietti a Francesco Nicodemo.

Intanto su facebook sono spuntate le prime critiche, e non si capisce se è solo perché non si è stati invitati. "iniziativa sbagliata nel metodo e nel merito. Le primarie si debbono tenere" scrive Leonardo Impegno.

«La vicenda delle primarie per le regionali in Campania somiglia sempre di più alla Cantata dei pastori, con i personaggi del presepe che, invece di andare verso Betlemme, vanno verso Roma alla ricerca della soluzione divina. Ci sarà ancora qualche cittadino della Regione che, alla fine di tutto, leggendo questa farsa a puntate di summit tra correnti e capi, o presunti tali, avrà ancora voglia di votarci?». Se lo domandano Luisa Bossa e Giorgio Piccolo, deputati del Pd. «Le cronache ci riportano, in queste ore - continuano i due parlamentari - all'ennesimo vertice a Roma del vicesegretario Guerini. L'obiettivo sarebbe trovare una soluzione unitaria, che abbiamo invocato anche noi ma che sembra, ormai, fuori tempo massimo, e rinviare, per poi magari annullare, le primarie. Chi dovrebbe prendere queste decisioni? Un vertice con tutte le componenti campane? Ma da chi sono formate? E da chi sono rappresentate? Siamo sicuri che ci siano tutte le voci, e che rappresentino per davvero la volontà della base dei nostri iscritti, e, soprattutto, dei nostri elettori?».

«Ci chiediamo - concludono i deputati napoletani - con infinita amarezza se, in realtà, di elettori ne avremo ancora da qui alle regionali. Opportuno è stato lo slittamento della data, a questo punto. Magari avendo più tempo riusciamo a rinsavire, a chiudere la commedia e a costruire un dibattito politico serio, senza vertici, senza presunti capicorrente, senza pellegrinaggi romani, senza giochini di potere, ma con un minimo di visione, di progetti, di trasparenza su programmi e persone. A sentire di certi riti sembra che, per alcuni, il mondo si sia fermato a venti, trenta anni fa. Invece i problemi sono di stringente attualità. Sarà sulle questioni vere e la capacità di risolverle che la gente andrà, o non andrà, a votare. Si deciderà sulla vita reale delle persone. Altro che correnti, capicorrente, summit e tattiche varie».

 

Oggi sulla questione delle primarie è intervenuto anche il deputato del Pd, Fulvio Bonavitacola: <La vicenda primarie in Campania è ormai oltre l'irresponsabilità politica. Qual è il vero Partito democratico? Quello delle sottocorrenti che lavorano solo per la loro sopravvivenza e con ricorrenti pellegrinaggi romani? O quello delle regole condivise e valide per tutti, delle migliaia di militanti che hanno sottoscritto le candidature, della sovranità dei territori, di tanti cittadini che credono ancora nella partecipazione democratica? Torni il rispetto e si chiuda subito il teatrino dei rinvii e dei congelamenti. Basta regali a chi alimenta il distacco, già enorme, fra i cittadini e la politica. Ed alla destra campana, felice di coprire cinque anni di nullità con il polverone in casa Pd. Ogni minuto di ulteriore perdita di tempo si colloca oltre il senso del ridicolo>.