sanità e ospedale

«Prima di tutto, le strutture»

Tavolo tecnico al Comune con Viggiani, neo direttore del “Ruggi”

«Costruire l’identità e partire dalle specificità con una rete più ampia di integrazione e non di prevaricazione». È questa la “missione” del nuovo direttore generale dell’azienda ospedaliera Ruggi d’Aragona, Vincenzo Viggiani, che ieri mattina al Comune ha preso parte al tavolo di lavoro sulla sanità con il sindaco Marco Galdi, il direttore sanitario Enzo De Paola, l’assessore con delega alla sanità, Vincenzo Lamberti, i consiglieri comunali Landolfi, Della Monica, Polacco, Scarlino e Mazzeo. Erano anche presenti, a testimonianza della valenza dell’incontro propedeutico alla stesura dell’atto aziendale, i medici del “Santa Maria Incoronata dell’Olmo”, il sindacalista Mario Avossa, delegato Uil e vicecoordinatore Rsu dell’Azienda Ruggi.

Diverse le proposte avanzate. Si va dalla richiesta di non depotenziare il pronto soccorso e di implementare i 100 posti letto, avanzate da Gianluca Santoro del Movimento 5 stelle, alla salvaguardia del personale, presentata da Avossa. La riqualificazione della struttura con un progetto di recupero delle risorse, è stata, invece, avanzata da Michele Mazzeo, di Rifondazione Comunista.

Il direttore generale Viggiani, che ha preso il posto di Elvira Lenzi, lo scorso 27 dicembre, ha le idee chiare su come portare avanti un riordino ospedaliero che mira ad eliminare i doppioni tra una struttura e l’altra e ad incentivare le specificità. L’inizio dei lavori è previsto per il 3 febbraio mentre per il 30 aprile dovranno essere conclusi i lavori di stesura dell’atto aziendale.

«Ci sono dei mali che attanagliano la sanità - ha affermato Viggiani - su tutti, le strutture che sono inadeguate. O chiudono tutti gli ospedali o procediamo mantenendo un minimo di dignità. Se non metto in condizione il pronto soccorso e la radiologia di Cava de’ Tirreni di operare bene, allora mi dovete cacciare. Io devo garantire una risposta immediata all’utenza. Un altro male è anche l’arretratezza del parco tecnologico, ossia se a Cava si rompe la macchina per la Tac, non l’aggiustiamo più».

Per verificare queste situazioni, Viggiani, si è dato di tempo due mesi, perché, secondo lui, l’atto aziendale non è composto solo della configurazione organizzativa, ma anche del patrimonio tecnologico.(a. f.)

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