Prete: crisi finita ma restare vigili 

«Indispensabili sicurezza del territorio e sburocratizzazione In città occorre che i residenti recuperino il senso civico» 

Presidente della Camera di Commercio e di Confindustria Salerno, Andrea Prete suggerisce cautela nell’analisi dei dati incoraggianti che riguardano le industrie e il commercio salernitano. Registrare il vento positivo e trasmetterlo ma continuare a non abbassare la guardia su obiettivi di crescita, soprattutto per i giovani e per il turismo cittadino.
Ci sono segnali incoraggianti per i settori industriali e agroalimentari della provincia, il trend continua ad essere positivo?
Per guardare con leggero ottimismo al futuro dobbiamo fare l’analisi sulla crisi da cui stiamo uscendo. In alcuni comparti industriali, soprattutto dediti alle esportazioni, i segnali di ripresa sono oggettivi. L’Italia l’anno scorso ha fatto il record del fatturato di esportazione per 450 miliardi di euro. La provincia di Salerno ha contribuito per due miliardi e 400 milioni, la metà viene dall’agroindustria. Il cammino da recuperare, però, è ancora tanto.
Per il secondo trimestre dell’anno i dati sulle nuove imprese sono positivi. Conferma lo stesso andamento anche per il terzo trimestre?
Più che di dati, possiamo parlare di sensazioni. Il vento di positività bisogna registrarlo e trasmetterlo perché oggettivamente c’è. Coloro che hanno tra i 25 e 30 anni sono maturati in un periodo di crisi economica e pertanto disincantati, disillusi e forse, addirittura, demotivati. Gli sgravi contributivi non sortiscono effetti senza crescita economica e di fiducia.
Cosa manca a questa città, dal suo punto di vista, per diventare davvero europea?
Bisogna indignarsi prima con i cittadini che non hanno coscienza civica. Però, se proprio devo fare un appunto, suggerisco di elevare la severità dei controlli. Perché il lassismo della cittadinanza deve essere bilanciato dai controlli più serrati perché già c’è un decadimento della manutenzione legato alla mancanza di fondi. Se per quello che abbiamo non riusciamo a garantire efficienza e certezza di controlli, non andiamo da nessuna parte.
Qual è l’aspetto della città con maggiore potenziale di crescita?
Sulla scorta di questi segnali positivi derivanti anche dal turismo, se si rende la città più accogliente, con mare balneabile e litorale adeguato, immagino una Salerno che si ispiri a Nizza e Cannes. Pensiamo alla progettazione di questa lunga Promenade, dove ci siano eventi di richiamo, sarebbe la chiusura di un disegno e potrebbe diventare una città di un certo rilievo nazionale, e non solo.
E i deficit, invece, ancora troppo marcati?
La città ha perso il suo tessuto industriale. È una città che deve cambiare pelle. Io rappresento l’industria ma rispetto a trent’anni fa, di industrie ce ne sono molte meno. Bisogna migliorare la sintonia tra l’amministrazione e la cittadinanza. La velocità con la quale una bella intuizione diventa un fatto, passando per il progetto e la realizzazione, è di estrema importanza. Dobbiamo ritrovare, poi, la valutazione oggettiva dei fatti. Non dare giudizi o iniziare sinergie perché si appartiene a questo o a quello schieramento.
Può dirsi soddisfatto per il modo in cui si sta governando la Regione e il Comune di Salerno?
La Regione Campania ha fatto dei provvedimenti in linea con le attese degli imprenditori. Ora bisogna ridurre i tempi di realizzazione. Guardare positivamente a decontribuzione, Zes, contratti di programma, contratti di sviluppo sono tutte cose necessarie, ma serve abbinarci la sicurezza del territorio e la sburocratizzazione. Entro settembre avremo appuntamento come Confindustria Salerno con il procuratore Lembo per arrivare ad intese tra il sistema di sorveglianza sul territorio e le imprese. Per il Comune capoluogo, invece, insisto sul recuperare il senso civico dei cittadini. (2-Continua)
Rossella Fusco
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