l’indagine 

Prestito ad usura «Usò una pistola per riavere i soldi»

Soldi e pistola: questo il copione del “prestito” trasformato in ricatto usuraio, secondo la procura e la contestuale accusa, per A.C., classe 1962, di Nocera Inferiore, creditore della vittima, un...

Soldi e pistola: questo il copione del “prestito” trasformato in ricatto usuraio, secondo la procura e la contestuale accusa, per A.C., classe 1962, di Nocera Inferiore, creditore della vittima, un uomo angrese che poi ha sporto querela all’autorità giudiziaria. Secondo le ricostruzioni, l’imputato atteso dal processo dopo l’accoglimento della richiesta di rinvio a giudizio, approfittò di una situazione di difficoltà della vittima, la quale chiese in prestito 7650 euro. In quel frangente la parte offesa versava in una crisi di liquidità, afflitto dal bisogno di denaro in tempi rapidi, senza possibilità di rivolgersi a canali leciti. La cifra, come da copione per quanto riguarda i crimini usurari, levitò con interessi relativi fino a novemila euro in pochi mesi, concretizzando il reato consumato, in un periodo compreso dal quindici marzo all’otto settembre del 2007.
Dietro tale circostanza c’era un vuoto finanziario, un momento di ristrettezza della persona offesa che arrivò a rivolgersi all’uomo che ora è stato rinviato a giudizio per farsi prestare il denaro necessario. La fase successiva della vicenda divenne però peggio della prima per la vittima, superando la circostanza del passaggio di denaro e la relativa richiesta maggiorata, con l’utilizzo addirittura di un’arma con una minaccia di morte fin troppo evidente. L’imputato, secondo il racconto fatto all’autorità giudiziaria dalla vittima, materialmente intimò al suo debitore di consegnare il denaro richiesto con la maggiorazione e il tasso di strozzo relativo: il “dettaglio” della minaccia con l’uso della pistola per chiudere la questione e ottenere quanto preteso, avvenne nel maggio del 2007, tra il momento del prestito e quello del saldo richiesto alla vittima, comprensivo del “disturbo” riportato dallo strozzino.
La vicenda risale nel tempo, ma da quella sua origine sarà adesso il processo a stabilire il contorno dell’episodio, vagliando nella fase dibattimentale quanto arrivato all’attenzione della magistratura. I giudici del secondo collegio avvieranno l’iter processuale nella prima udienza fissata al prossimo diciotto aprile 2019: dovranno essere esaminate le risultanze della Procura della Repubblica, che coordinò il lavoro di verifica e riscontro che è poi confluito in una dettagliata informativa compilata dalla polizia giudiziaria, a partire dalla denuncia della vittima e poi dalla controdeduzione della difesa, rappresentata dall’avvocato Gaetano Falciani.
Al cuore dell’episodio di usura, c’è la versione della parte offesa, con l’uso dell’arma da parte dell’altro ad aggravare l’accusa di tentata estorsione, legata al debito contratto, e anche l’accusa principale di usura. Dopo la conclusione della fase delle indagini preliminari, che si sono protratte di molto nel tempo, il giudice competente ha disposto il rinvio a giudizio del presunto usuraio accogliendo la richiesta concorde del pubblico ministero.(a. t. g.)
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