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Presentata la mozione di sfiducia

La parola chiave intorno alla quale tutta la minoranza ha fatto quadrato ieri, nella conferenza di presentazione della mozione di sfiducia di tredici consiglieri, è stata “confusione”. Confusione...

La parola chiave intorno alla quale tutta la minoranza ha fatto quadrato ieri, nella conferenza di presentazione della mozione di sfiducia di tredici consiglieri, è stata “confusione”. Confusione dell’amministrazione nelle linee programmatiche, nella progettualità, nella scelta di operazioni opinabili come quelle dell’ex Cofima e nelle modalità con le quali sono gestiti i rapporti con la parte gestionale.

Ad illustrare lo spirito del documento di sfiducia, protocollato lo scorso martedì, è stato l’ex sindaco Luigi Gravagnuolo. Non prima, però, di aver posto due punti fermi, il primo dei quali attiene ai recenti sviluppi dell’attività giudiziaria. «La sfiducia non è legata, se non in modo indiretto, alle vicende giudiziarie delle ultime ore – ha spiegato Gravagnuolo – rispettiamo la magistratura, ma aspettiamo anche l’esito del suo lavoro senza criminalizzare nessuno». L’ex sindaco ha, poi, precisato che l’unione dei tredici non ha alcuna prospettiva futura se non «quella di condividere un’analisi sul governo della città. Abbiamo posizioni diverse, convergiamo su un unico punto e chiediamo anche ai consiglieri di maggioranza di firmare la mozione per far uscire la città da questo stato di empasse, dando la parola agli elettori».

Più Europa, sospetti di elusione del Patto di Stabilità, ex Cofima e l’appoggio alla lobby cittadina del cemento illegale. Queste le accuse più pesanti che Gravagnuolo ha rivolto all’amministrazione, condivise dal capogruppo Pd, Enzo Servalli, che ha puntato il dito su «un sindaco debole e su attività assessoriali ballerine, come quella alle attività produttive».

Dell’ex Cofima hanno parlato Marco Senatore e Giovanni Del Vecchio, mentre Michele Mazzeo (Fds) si è augurato che «alcuni dei firmatari non nascondano un falso scopo dietro la mozione».(a.c.)

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