CORONAVIRUS

Prescrizioni e procedure: ok al piano anti contagio

I casi sospetti saranno trattati direttamente a Salerno

SALERNO - Entro il prossimo 16 febbraio i casi di sospetto contagio da Coronavirus saranno trattati direttamente al “Ruggi” di Salerno o comunque negli ospedali dotati di reparti infettivi in cui arriverà il paziente da assistere. Lo ha disposto un’ordinanza regionale superando così l’obbligo per i presidi sanitari di rivolgersi comunque al “Cotugno” in caso di emergenze legate al virus. Gli ospedali dotati di reparti per curare le patologie infettive, dovranno cavarsela da soli. Ed è questo è il punto: il personale teme che non arriveranno in tempo utile le forniture dei kit necessari per prestare le cure e si chiedono se i locali dei presidi - a cominciare dal “Ruggi” - siano perfettamente isolati. Intanto è scattato ieri anche a Salerno il piano di emergenza per garantire il minor rischio di contagio e massima tempestività nella diagnosi del coronavirus, disposto con una delibera dell’attuale commissario straordinario, Vincenzo D’Amato. Il piano, che richiama disposizioni ministeriali, prevede nel dettaglio le procedure di gestione dei casi sospetti d’infezione da 2019-n CoV e prevede l’istituzione di un’unità di crisi al pronto soccorso.

Ieri il debutto del protocollo con l’arrivo del caso sospetto da coronavirus. L’obiettivo è chiaro: ridurre il rischio di trasmissione. È stato individuato un gruppo operativo che svolge funzioni di coordinamento per applicare in modo univoco e corretto le fasi da seguire per proteggere gli operatori dal rischio di contagio. D’Amato ha dato indicazioni su cosa occorre fare: attenzione nel vestirsi e svestirsi fino al trasporto in sicurezza del materiale biologico; come gestire il personale, le procedure da seguire e le risorse disponibili da utilizzare durante le operazioni. Il sub commissario aziendale, Anna Borrelli, è la coordinatrice e il gruppo operativo è formato da 27 professionisti. Le indicazioni prevedono una stanza di isolamento, l’uso di mascherina, strumenti monouso e strumentazioni portatili (ad esempio per eseguire raggi X) per evitare di spostare il paziente in isolamento, oltre alla protezione individuale e all’igiene della mani.

Non solo. Occorre individuare personale specifico che accudisce i casi in arrivo e che debba essere dedicato esclusivamente ai pazienti che rientrano nei casi «sospetti, probabili e confermati ». La conferma sul possibile contagio di ieri non è stata eseguita al “Ruggi” perché per ora è ancora sfornito degli strumenti necessari. I professionisti del presidio salernitano che sono stati a contatto con il paziente in uscita hanno dovuto usare un percorso specifico: «se è necessario trasportare il paziente fuori dalla stanza di isolamento, usare percorsi predeterminati per minimizzare la possibile esposizione di personale sanitario, altri pazienti e visitatori», è scritto nel piano di gestione. Il paziente diventa “sospetto”, è scritto sempre nel documento, se ha «febbre, presenta difficoltà respiratorie o tosse e proviene dalle aree a rischio della Cina nel 14 giorni precedenti l’insorgenza della sintomatologia». Il caso diventa “probabile” se il risultato di un test è dubbio o positivo. Il caso è “confermato” se è avvalorato dal risultato di laboratorio, indipendentemente dai segni o dai sintomi clinici.

Marcella Cavaliere