"Preoccupazioni dei docenti esagerate"

Riforma Gelmini. Il rettore frena sull’ipotesi chiusura di Medicina: "I tagli non si decidono autonomamente". Ma mette in guardia: "Le difficoltà riguardano tutto l'ateneo"

• «Fare una facoltá di medicina è sicuramente una cosa complessa e certamente in questo momento contare su un maggiore sostegno sarebbe stato certamente meglio. Ma le preoccupazioni del professore Remondelli vanno oltre il dovuto». Il rettore Raimondo Pasquino frena sull’ipotesi di chiusura della neonata facoltá di medicina, ma rilancia tutte le sue preoccupazioni: «Le difficoltá esistono, e lo abbiamo detto, ma investono l’intero Ateneo». A rischiare un po’ meno, forse e paradossalmente, è proprio quella di medicina.

• Perché? Perché può contare sul sostegno di altre sette universitá (Napoli I, Napoli II, Firenze, Ferrara, Pisa, Siena e Catanzaro) e questo, tradotto, significa «che se uno di questi atenei mi manda un professore, sul bilancio della nostra universitá non graverá il suo stipendio».

• Il rischio è per tutti gli altri «da Farmacia ad Ingegneria. I tagli del governo ci mettono in crisi perché non riusciremo a pagare gli stipendi» e chi immagina che con l’aumento delle tasse agli studenti si possa far fronte a questa necessitá, si sbaglia: «Con le tasse si coprono tutte quelle spese comprimibili e modificabili. Dalla ricerca ai servizi». E anche chi immagina che a pagare saranno gli ultimi arrivati, cade in errore. «Certamente non è un criterio che può essere adottato. Nessuno può decidere autonomamente. Il problema è molto più ampio e, lo ripeto, riguarda tutto l’ateneo di Fisciano».

• Allora si renderá necessario intervenire sugli sprechi per garantire la serenitá dell’ateneo. Ma quando si parla di sprechi, di cosa si parla? Il rettore su questo è perentorio: «Di nulla». Ovviamente non è così perché per Pasquino gli sprechi sono da ravvisare «nelle sedi distaccate degli atenei; nei corsi riconosciuti e che vengono premiati, con il sistema dei crediti, più del dovuto» e soprattutto in quei concorsi «voluti dalla politica».

• Insomma una riforma, quella della Germini, che porta con se tagli consistenti quasi fosse un piano premeditato: «E’ un piano premeditato» rafforza Pasquino, che non tiene conto del valore dell’istruzione ma piuttosto delle «necessitá della politica» tout court. Così, ritornando a medicina «il contratto firmato con l’allora ministro Moratti, è solido». Era il 2005, ma il progetto di istituzione di una facoltá di medicina a Salerno aveva radici profonde. Se n’era giá parlato nell’81 in occasione della presentazione del triennio di Ingegneria e più tardi anche nel consiglio regionale, era l’ottobre del 1991, che destinò poi nei bilanci di previsione della Regione, finanziamenti per le ricerche in campo medico che avrebbero dovuto svolgersi presso il nascente ateneo.