Preghiere e lacrime per la poliziotta «Eri troppo buona»

Il cordoglio del questore e delle volontarie di San Domenico Eseguita l’autopsia a Napoli, tre indagati per il decesso

Un mesto pellegrinaggio nella cappella della Madonna del Rosario, nel centro storico, dove ieri pomeriggio è stato portato il feretro di Anna Maria Donadio, la poliziotta morta a Napoli dopo un intervento alla tiroide. Sulla bara di colore chiaro un mazzo di orchidee, tutto intorno amici e familiari raccoltisi in preghiera per confortare il marito Marco Gallo e i cinque figli, Daniele, Benedetta, Andrea, Salvatore, Miriam. Era questa la seconda casa di Anna Maria: la cappella è infatti annessa alla chiesa di San Domenico, parrocchia che la poliziotta frequentava assiduamente con un gruppo di volontarie che ieri erano nella cappella a pregare per la loro amica. Insieme si dedicavano ai poveri del quartiere, erano attive nella vita della parrocchia, partivano per viaggi religiosi come quelli a Medjugorje. «Eravamo insieme ad Anna Maria alla Via Crucis nel centro storico- raccontano gli amici - lei aveva partecipato attivamente alla preparazione. Portava la croce durante il percorso. Ma a ripensarci era preoccupata, ci aveva detto che doveva ricoverarsi per sottoporsi ad un intervento. Ci sembra assurdo che sia morta in quel modo, era una donna eccezionale, ci mancherà». A portare il saluto della intera Questura dove Anna Maria lavorava ed era stimata da tutti, è stato ieri il questore Alfredo Anzalone. Si è recato nella cappella della Madonna del Rosario ed è rimasto in raccoglimento per un momento di preghiera davanti al feretro. La cappella resterà aperta anche oggi, i funerali invece domani alle 16 al Duomo. Anna Maria Donadio mercoledì scorso si è sottoposta ad un intervento di asportazione della tiroide al Policlinico Federico II di Napoli. Doveva essere un intervento di routine, invece la donna si è sentita male subito dopo essere uscita dalla sala operatoria ed è morta. Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta in seguito alla denuncia dei familiari. Il marito Marco Gallo, un imprenditore molto noto, titolare della Asi Global Consultants, è convinto che ci sia stato un ritardo nell’assistenza nella fase post-operatoria: «Anna Maria poteva essere salvata, i medici sono intervenuti dopo venti muniti». Il pubblico ministero Pavani, titolare dell’inchiesta, ha iscritto nel registro degli indagati un medico chirurgo del reparto di Chirurgia generale della Sun, un altro medico e un anestesista. Ieri mattina è stata effettuata l’autopsia a cui ha partecipato il consulente della famiglia, Luigi Mastrangelo, nominato dal legale della famiglia della donna, l'avvocato Giuliana Scarpetta. Un quadro più chiaro si avrà quando saranno pronti gli esami istologici e quando il legale e il consulente avranno la disponibilità della cartella clinica della donna.

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