Prefabbricati dell’80, l’incubo è finito 

In via di sistemazione anche gli ultimi aventi diritto a una casa in muratura. Da settembre lo smantellamento delle aree

È quasi terminato l’incubo prefabbricati, dove hanno vissuto numerose famiglie cavesi, in seguito al terremoto dell’80. È, infatti, in dirittura d’arrivo la sistemazione per le uniche due persone, aventi titolo, residenti nei prefabbricati, oltre il nucleo familiare di Antonella Rispoli, nella cui abitazione a Santa Lucia, sono in corso lavori di ristrutturazione per adeguare la casa popolare alle esigenze di una persona, appartenente allo stesso nucleo, con problemi di deambulazione. La prossima, a lasciare, finalmente, il prefabbricato della Maddalena, dove vive da 37 anni, è Margherita Passaro, l’ultraottantenne che ha più volte fatto sentire più volte la sua voce per rivendicare una vita dignitosa. Entro ottobre, anche Margherita, avrà una degna sistemazione. L’altra persona che a breve avrà una casa in muratura, è Lucia Senatore, attualmente, nei prefabbricati di Pregiato. La signora ha rifiutato già tempo fa di passare nella sistemazione temporanea allestita per l’occasione nell’ex sede di pneumologia a Pregiato. Mentre le ultime tre famiglie a breve, potranno dire addio ai prefabbricati, per altre dodici famiglie, non aventi titolo, residenti ancora nei vari siti containers, sarà un addio doloroso o meglio spinto da sgomberi che, prossimamente, saranno predisposti.
Gli sgomberi coatti si renderanno necessari, qualora i nuclei che non hanno titolo, per un motivo o per un altro, a fruire di un nuovo alloggio popolare, non dovessero provvedere spontaneamente a lasciare il container nel quale abitano. Accertamenti sono sempre in corso per togliere le case popolari già avute a persone che, invece, in seguito ad indagini congiunte di carabinieri e polizia Locale, sono risultati non aventi titolo. Sono già oltre venti le famiglie a cui sono state tolte la abitazioni popolari.
Il trasferimento delle famiglie dai campi contatiners sarà propedeutico alla rimozione degli stessi prefabbricati, da tutti i siti presenti. U’ operazione su cui sta lavorando alacremente l’amministrazione Servalli. Il primo campo, ad essere svuotato e già libero da ogni famiglia, chiuso anche con catena per evitare possibili occupazioni abusive, è quello delle Ginestre, dove il comune risparmierà un fitto di diverse migliaia di euro, pagato per decenni.
L’altro sito popolare liberato da famiglie, perché da ristrutturare, è la struttura di via Oreste Di Benedetto a San Lorenzo. Entro la prima decade di settembre, saranno rimossi i tetti in amianto nel campo prefabbricati delle Ginestre. Seguirà la stessa operazione a Sant’Arcangelo, in via Ido Longo e in Largo Genovesi a San Pietro. La liberazione totale dalle baracche alle Ginestre, avverrà per dicembre. (re. pro.)
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