IL FATTO

Predoni di opere d’arte in Costiera Amalfitana: al via gli interrogatori 

Domani il gip ascolterà i sette arrestati per i furti

AMALFI. È fissato per domani l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno per i sette indagati per furto e ricettazione, arrestati martedì mattina dai carabinieri della Compagnia di Amalfi nell’ambito dell’operazione “VII Comandamento”.
Abitazioni della Costiera Amalfitana disabitate nel periodo invernale, ma anche chiese: erano questi gli obiettivi della banda sgominata dai militari diretti dal capitano Roberto Martina dopo circa due anni di accurate indagini, basate sull’analisi dei sistemi di videosorveglianza, intercettazioni telefoniche e pedinamenti, che hanno consentito di individuare gli autori materiali dei trafugamenti che portavano alla successiva commercializzazione delle opere d’arte.
Le menti dell’organizzazione Antonio Castaldo, 55enne pescivendolo di Salerno e Vincenzo Apicella, 53enne fornaio originario di Vietri sul Mare, il basista, colui che conosceva bene il territorio e sceglieva gli obiettivi. Ruoli di secondo piano ricoprivano Giovanni Castaldo, fratello di Giovanni, 59enne operaio salernitano e Michele Salvatore, 47enne commerciante di Baronissi, che fornivano la rete di ricettatori che riuscivano rapidamente a rimettere in commercio le opere d'arte e i pazzi di antiquariato, Carmine Iacono, 60enne operaio di Salerno, Antonino Russo, 54enne restauratore, e Catello Russo, 52enne disoccupato, entrambi di Castellammare di Stabia.
Ai sette sarà chiesto conto dei furti perpetrati negli ultimi due anni nelle ville e nelle chiese della Costiera Amalfitana. Ma anche di qualche anno addietro, visto che in una telefonata Vincenzo Apicella si vantava di aver ripulito la Costiera nei suoi sedici anni di attività. E nonostante molte delle opere trafugate, specie dal 2002 al 2015, periodo di maggiore intensità dei furti in Costiera, siano state immesse sul mercato nero da tempo e sarà impresa ardua recuperarle, i fedeli delle chiesette periferiche di San Pietro alla Costa, San Matteo del Pendolo e dei Santi Filippo e Giacomo di Ravello, della Virgo Potens di Vettica e la Madonna del Pino e dell'Assunta di Pastena, ad Amalfi, della Madonna del Carmine di Pontone e del Santuario di Santa Maria del Bando ad Atrani tornano a sperare nel ritrovamento dei tesori barbaramente sottratti.
Si tratta di statue di Madonne, bambinelli e argenteria sacra, testimonianze preziose di fede che appartengono alla storia e alla tradizione di ognuno di questi luoghi, trafugati nottetempo forzando portoni e finestre delle sagrestie.

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