Pratiche di condono ferme Penalizzato l’immobiliare

Donnabella (Fiap): «Ci sono problemi in otto compravendite su dieci»

Non ci sono soltanto le oltre novemila pratiche di condono edilizio ancora da evadere. A paralizzare il mercato immobiliare salernitano c’è il requisito del certificato di agibilità, la mancanza della conformità catastale e un sottobosco di irregolarità urbanistiche che, di fatto, congelano atti di compravendita e, molto spesso, diventano impedimenti per l’erogazione di mutui. Una corsa a ostacoli che gli agenti immobiliari sono costretti a vivere quotidianamente, visto che «quando ci occupiamo di una vendita o di un acquisto, in otto casi su dieci subentrano problemi», denuncia Fortunato Donnabella, presidente regionale Fiaip Campania (Federazione italiana agenti immobiliari professionali). E infatti è dal 24 aprile del 2015 che gli addetti ai lavori spingono per ottenere dal Comune l’istituzione di un tavolo di lavoro che possa individuare soluzioni idonee ad uscire fuori dallo stallo. Porta quella data la prima nota inviata dalla Federazione all’assessore all’Urbanistica Mimmo De Maio: «Abbiamo problemi serissimi praticamente tutti i giorni, per questo occorre studiare adeguate strategie da mettere in campo in tempi rapidi», spiega Donnabella. Sul fronte dei fascicoli relativi a condoni edilizi che hanno accumulato anche trent’anni di attesa, il presidente regionale della Fiaip non ha dubbi: «Dovrebbe essere normale avere un parere in tempi compatibili, ma questo non accade – sottolinea – In genere, occorrono almeno un paio di mesi tra la presentazione della richiesta, la verifica degli oneri da pagare con i relativi interessi di mora». Appaltare l’istruttoria delle pratiche a professionisti esterni, così come suggerito dal consigliere comunale Antonio Cammarota? «Ho i miei dubbi, c’è il rischio di creare confusione. Ma l’amministrazione deve operare una scelta». In ogni caso, precisa l’immobiliarista, per quanto caratterizzato da lungaggini, è un ostacolo che può essere superato. «Il vero dramma è quando le richieste di condono non si trovano più, o perché negli anni, possono essere andate perdute, o perché chi avrebbe dovuto presentarle non c’è più e gli eredi hanno necessità di intervenire sull’immobile ricevuto: le planimetrie catastali non corrispondono allo stato dei luoghi e da lì parte una corsa all’inseguimento della conformità urbanistica che rischia pure di bloccarsi in sede notarile». Ad aggravare la situazione, la spada di Damocle del certificato di agibilità, requisito essenziale ai fini del legittimo godimento dell’immobile venduto. «Voler considerare il certificato di agibilità un requisito essenziale sembra assurdo, tenuto conto della situazione del nostro patrimonio immobiliare datato: scoprire oggi di esser proprietari di una casa sprovvista di tale certificato e conseguentemente di incappare nell’inalienabilità della stessa, crea sicuramente una forte preoccupazione – si legge nella nota inviata da Donnabella al Comune – Se può sembrare, infatti, ovvio e naturale che tale certificato sia richiesto per le abitazioni di nuova o quantomeno di recente costruzione, altrettanto ovvio e naturale dovrebbe sembrare non dover essere richiesto per le abitazioni “datate” soprattutto se da sempre destinate ad abitazione». Le rogne, sono numerose: «nell’ultimo periodo riscontriamo nella nostra provincia, sempre più di frequente, problemi nella vendita e nelle locazioni commerciali per la mancanza della conformità catastale e irregolarità urbanistiche – precisa il presidente regionale Fiaip in una seconda nota dell’8 agosto del 2015 – Queste spesso fanno rinviare la conclusione di un affare, danneggiando, così, la professionalità dell’agente immobiliare che viene accusato di non avere verificato quanto messo sul mercato».

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