La sentenza

Posti in via Sica a Salerno. Vittoria degli ambulanti

Furono spostati quattro anni fa. Il Comune dichiarato inadempeinte

SALERNO.  I commercianti ambulanti delle aree pubbliche dovranno tornare con le loro bancarelle a traversa
Sica. È questa la sentenza che decreta ufficialmente la vittoria dei nove esercenti che nello scorso ottobre avevano finalmente deciso di rompere con la diplomazia e fare ricorso contro un vecchio provvedimento del Comune. La storia: è il 19 settembre 2011 quando il Comune di Salerno decide che in traversa
Sica, nei pressi del mercato rionale di via Piave, a ridosso di piazza San Francesco, si debbano compiere alcuni lavori di ristrutturazione di un palazzo.

Nonostante le perplessità nell'abbandonare il posto dove hanno fondato la loro attività circa quarant'anni prima, gli ambulanti sono costretti ad accettare le disposizioni comunali e a spostarsi nell'area mercatale del quartiere Italia, passando così all'altro capo della città. Passano i giorni, i venditori prendono possesso - "in via temporanea", dicevano direttamente dall'assessorato dell'Annona di Palazzo di Città - degli spazi di via De Crescenzo, ricominciando daccapo e portando a casa quel poco che riuscivano a vendere in una zona nella quale non avevano lavorato rima e, quindi, non avevano clientela. Passano i mesi, ed i lavori a traversa Sica terminano. Non termina, però, l'odissea dei commercianti che, dando per scontato il proprio ritorno nella strada in cui avevano lavorato per decenni, cercano conferme dal Comune. «Non potete rientrare», è la risposta che arriva dagli uffici. Ma alla richiesta di spiegazioni, il silenzio. Tra gli ambulanti comincia a serpeggiare il timore che non ci sarà possibilità di ritornare indietro perché questa è la volontà dell'amministrazione, per non scontentare i residenti della zona.

«Ci dissero che sarebbero stati lavori di soli sette o otto mesi - ricorda il signor Vito Greco, uno dei venditori ambulanti trasferiti - Da otto mesi siamo arrivati a quattro anni, e nessuno al Comune ci ha mai saputo dire perché. Abbiamo inviato diverse sollecitazioni, istanze e diffide, ma non abbiamo mai avuto risposta. Ci hanno letteralmente ingannati». Passano gli anni, dunque, e il gruppo di commercianti decide di fare qualcosa di più forte e formale. Dopo le proteste, portate direttamente al Comune per mezzo di raccomandate alla quale non è mai arrivata risposta, la parola passa agli avvocati. Il gruppo di operatori si rivolge, nell'ottobre 2014, all'avvocato Mario Valiante, portando il caso davanti al Tar. La sentenza, datata 29 gennaio 2015, è pronunciata dai magistrati Giovanni Sabbato, Ezio Fedullo e Maurizio Santise. Il ricorso viene accolto e il Comune di Salerno dichiarato inadempiente rispetto alla diffida precedentemente inoltrata dagli ambulanti. Per questo viene condannato al ripristino della situazione antecedente il 2011 e al pagamento delle spese di lite.

«Questo spostamento ci ha provocato un danno economico enorme - commenta Marco Ragno, figlio di Cesare e titolare di una licenza tramandata di padre in figlio - Hanno distrutto un mestiere e, nel mio caso, creato anche problemi di natura personale. Da quattro anni a questa parte abbiamo perso tutta la nostra clientela, e abbiamo dovuto ricostruire un commercio in una zona dove nessuno ci conosceva. È normale che la gente del luogo vada dai commercianti che conosce bene da una vita e non da noi, nonostante magari possiamo avere prezzi più vantaggiosi. All'inizio pensavamo potesse essere un'esperienza positiva, magari per allargare il nostro giro di clienti, ma inchiodandoci qui e non permettendoci di ritornare alla nostra clientela solita, ci hanno distrutto nonché ingannato. Il nostro ricavo giornaliero è sceso da 200 a 20-30 euro, quando va bene. Sinceramente, l'idea di trovare un altro tipo di lavoro si fa ogni giorno più forte».