“Poseidone”, primo sopralluogo
Il consulente del tribunale ha visitato la piscina di Capaccio chiusa da 18 mesi
CAPACCIO PAESTUM. Un primo sopralluogo alla piscina Poseidone - chiusa dopo solo un anno e mezzo di attività e 3 milioni di euro spesi - si è tenuto l’altro giorno da parte del consulente nominato dal Tribunale di Salerno, Gaspare Milingi, che dopo un esame sommario delle aree compromesse, ha stilato un calendario per le nuove visite da compiere nei prossimi giorni per esaminare i diversi punti che hanno bisogno di essere approfonditi.
A rilevare, qualche mese fa, tutta una serie di anomalie relativamente ai lavori della piscina Poseidone, fu l’ingegnere Salvatore Venturiello, incaricato dall’Ente guidato dal sindaco Palumbo. Dopo una serie di sopralluoghi, evidenziò che il tetto della struttura non era stato realizzato a regola d’arte e il materiale utilizzato era causa di condensa; e che la copertura esterna presentava solo una lamiera di uno spessore minore di un centimetro, al posto di quella prevista da progetto di 14 centimetri, compresa la coibentazione. E poi impianti elettrici e meccanici non conformi. Ma non è tutto. «Nell’impianto - ha più volte evidenziato Palumbo - era presente una vasca lesionata, che sarebbe potuta collassare da un momento all’altro, e una controsoffittatura a rischio crollo».
I costi presunti per mettere in sicurezza e riaprire la piscina ammontano a circa 300mila euro. I lavori potranno essere effettuati una volta che il tecnico di fiducia del Tribunale metterà nero su bianco gli eventuali vizi riscontrati, cristallizzando lo stato dell’arte e dando la possibilità all’Ente di procedere. Compito del professionista sarà anche quello di verificare quanto previsto dal contratto di appalto e confrontarlo con quanto realizzato. A quel punto dovrà relazionare in merito a quali sono gli interventi, non conformi, riscontrati. Sulla base di tale relazione il Comune potrà poi rivalersi sui responsabili, chiedendo un risarcimento dei danni.
Andrea Passaro
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
A rilevare, qualche mese fa, tutta una serie di anomalie relativamente ai lavori della piscina Poseidone, fu l’ingegnere Salvatore Venturiello, incaricato dall’Ente guidato dal sindaco Palumbo. Dopo una serie di sopralluoghi, evidenziò che il tetto della struttura non era stato realizzato a regola d’arte e il materiale utilizzato era causa di condensa; e che la copertura esterna presentava solo una lamiera di uno spessore minore di un centimetro, al posto di quella prevista da progetto di 14 centimetri, compresa la coibentazione. E poi impianti elettrici e meccanici non conformi. Ma non è tutto. «Nell’impianto - ha più volte evidenziato Palumbo - era presente una vasca lesionata, che sarebbe potuta collassare da un momento all’altro, e una controsoffittatura a rischio crollo».
I costi presunti per mettere in sicurezza e riaprire la piscina ammontano a circa 300mila euro. I lavori potranno essere effettuati una volta che il tecnico di fiducia del Tribunale metterà nero su bianco gli eventuali vizi riscontrati, cristallizzando lo stato dell’arte e dando la possibilità all’Ente di procedere. Compito del professionista sarà anche quello di verificare quanto previsto dal contratto di appalto e confrontarlo con quanto realizzato. A quel punto dovrà relazionare in merito a quali sono gli interventi, non conformi, riscontrati. Sulla base di tale relazione il Comune potrà poi rivalersi sui responsabili, chiedendo un risarcimento dei danni.
Andrea Passaro
©RIPRODUZIONE RISERVATA.