Salerno

Porto, una polveriera pronta ad esplodere

Nominato il presidente dell’Autorità unica, Annunziata sarebbe già decaduto. La deroga per lo scalo salernitano chiesta dalla Regione ancora non è arrivata

SALERNO. Soffiano venti di guerra nel porto di Salerno. Il caos organizzativo, conseguente all'insediamento del neo presidente dell’Autorità portuale del mar Tirreno centrale, Pietro Spirito, non è stato accolto favorevolmente dagli operatori portuali. E, anzi, proprio il rebus della mancanza del decreto del presidente del Consiglio di ministri, che dovrebbe concedere la deroga riguardante l’autonomia gestionale al porto di Salerno per consentire un graduale accorpamento a napoli (per 12 o 18 mesi) contribuisce ad alimentare diversi sospetti. E tutto d’un colpo fa sì che si materializzino i fantasmi di un possibile depotenziamento commerciale del porto salernitano, a tutto vantaggio di quello partenopeo.

Perciò il livello di guardia è alto e s’attendono i prossimi giorni per capire l’esatta evoluzione della situazione. Le premesse, tuttavia, non sono delle migliori, in quanto alle nomine “napoletane” non sono susseguite quelle riguardanti Salerno. Di fatto si sa che Spirito è il presidente dell’Authority unificata e che, dunque, Andrea Annunziata dovrebbe essere decaduto. Ma, in pratica, l’atto non è stato ancora notificato nella sede dell'Autorità cittadina, contribuendo a confondere ancora di più le idee. Insomma un bel pastrocchio, accresciuto ancor di più dalle prime dichiarazioni di Spirito, che non ha affatto spiegato come intenda gestire il porto di Salerno, soffermandosi nelle sue prime analisi, solo ed esclusivamente su quello di Napoli. «Non vorrei che dietro tutta questa riorganizzazione - evidenzia Salvatore Del Pezzo, doganista dell’omonima società – si nascondesse il progetto di trasformare Salerno in polo crocieristico e di dirottare tutto il traffico commerciale su Napoli. Se effettivamente dovesse accadere ciò, a Salerno scoppierebbe una rivolta».

Al di là di qualsiasi ipotetico discorso futuro, comunque, Del Pezzo mette in risalto come pure ora il disordine istituzionale stia facendo avvertire i suoi effetti deleteri. «Già adesso noi siamo danneggiati – spiega – in quanto il caos sta procurando gravi danni allo sviluppo infrastrutturale del porto. Tutti gli interventi relativi al dragaggio, infatti, pur essendoci i finanziamenti, sono fermi. Così le navi da crociera non possono accostare, per problemi di pescaggio, alla banchina della Stazione marittima, danneggiando il traffico commerciale, poiché le navi con a bordo i passeggeri hanno la priorità d’attracco».

Del Pezzo conclude il suo ragionamento con un pensiero rivolto al neo presidente: «Il fatto che Spirito non abbia detto quasi nulla sul porto di Salerno mi fa capire come verso di noi ci sia scarsa considerazione, nonostante i risultati eccellenti». E preoccupati sono anche i sindacati, che il prossimo 12 dicembre hanno organizzato un presidio sotto gli uffici dell’Autorità portuale, per consegnare un documento relativo alla sicurezza sul lavoro. E non sanno, a questo punto, chi sarà il loro interlocutore. Ma l’accorpamento potrebbe produrre anche altri cambiamenti. «C’è la possibilità – rivela Enzo D'Agostino, rappresentate sindacale della Cgil – che tutte le navi merci vengano dirottate a Napoli e, di conseguenza, anche le aziende dovranno trasferirsi. Il porto di Salerno, invece, sarebbe utilizzato solo per la movimentazione delle auto».

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