«Porto, non solo container La forza è l’intermodalità»

L’appello dell’Ad del gruppo Smet, De Rosa, al neo presidente Spirito «Necessario un confronto con gli operatori della logistica. La Zes è decisiva»

Chiede a Pietro Spirito, neo presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centrale (che raggruppa i porti di Salerno, Napoli e Castellammare) di «avviare un tavolo di confronto che consenta agli operatori logistici di contribuire attivamente all’incremento del traffico merci». L’invito al presidente dell’Authority, che è stato chiamato a gestire gli scali marittimi campani, di confrontarsi con gli imprenditori che operano nel porto cittadino, è di Domenico De Rosa, amministratore delegato del gruppo Smet, azienda salernitana leader a livello europeo nel settore della logistica integrata. De Rosa, infatti, è convinto che non si debba snaturare la vocazione del porto salernitano, che è quella della “intermodalità”. «Il porto di Salerno – evidenzia De Rosa – è il primo scalo del Sud Italia in termini di unità rotabili. Il 60 per cento del tonnellaggio movimentato dal nostro porto nel 2015 è rappresentato da unità Ro-Ro: ben 7 milioni di tonnellate contro poco più di 4 milioni e mezzo di contenitori. Si tratta di un trend in crescita senza sosta a partire dal 2011, che registrerà senza dubbio un ulteriore incremento per l’anno ancora in corso».

Il messaggio inviato a Spirito non è criptico, ma piuttosto esplicito. Perché De Rosa mostra, come se fossero muscoli, i “numeri” commerciali del porto di Salerno, che sono stati raggiunti, spiega il manager, in virtù «dell’impegno di imprese armatoriali ed operatori logistici che hanno creduto nell’intermodalità e nello sviluppo sostenibile del Mezzogiorno a livello nazionale ed internazionale». E il porto di Salerno, in questi anni, ha saputo imporsi come uno degli scali principali non solo d’Italia ma addirittura d’Europa, grazie ad una crescita costante, che ha fatto sì che la crisi economica non facesse sentire i suoi effetti negativi sul business portuale. E questo grazie anche al movimento del carico rotabile che, tuttavia, come sottolinea De Rosa, «non gode di pari dignità rispetto al container».

De Rosa, però, tiene a rimarcare come «la reale vocazione dello scalo di Salerno sia l’intermodalità, anche perché gli spazi portuali sono limitati». «Sono certo – aggiunge – che la riforma dei porti italiani e il conseguente accorpamento di Napoli, Salerno e Castellamare nel Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale consentirà di valorizzare questa vocazione: il nuovo presidente Pietro Spirito ha sottolineato l’esigenza di competitività ed efficienza per il nostro scalo portuale, noi siamo a disposizione per confrontarci».

De Rosa mette in risalto anche l’importanza dell’istituzione della Zona Economica Speciale per i porti e i retroporti di Napoli e di Salerno e per l’area di Bagnoli «al fine di attrarre investimenti e favorire lo sviluppo economico della Campania». «In tal senso martedì 13 dicembre, la Giunta regionale della Campania – conclude De Rosa – ha approvato il documento di base che verrà sottoposto al Governo nei prossimi giorni e che prevede la sperimentazione della Zes in alcune aree a forte impatto logistico, infrastrutturale e produttivo, tra cui proprio l’area industriale di Salerno».

Gaetano de Stefano

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