Porti e nautica: Salerno promuove le scelte di Letta

Annunziata: «La possibilità di investire favorisce tutta l’economia del mare» I club velici: «Finalmente la politica ha smesso di considerarci la lobby del lusso»

Fiscalità nautica, autonomia finanziaria e dragaggi: sono queste le tre novità sulla portualità introdotte dal “Decreto del fare” approvato dal Consiglio dei Ministri. «Un primo grande passo per il miglioramento del settore a livello nazionale», è questo il commento del presidente dell’Autorità portuale di Salerno, Andrea Annunziata. Ma concretamente che cosa cambia? Nello specifico il tetto per l’avanzo di amministrazione, ovvero quello che le Autorità portuali possono trattenere per i propri investimenti, sale da 70 a 90 milioni (una quota che deve sempre essere distribuita su tutto il territorio nazionale, non vale per il singolo porto). La vera novità, comunque, è che questo “tesoretto” potrà essere speso non solo per la manutenzione e la sicurezza, ma anche per le politiche commerciali. Incentivando, quindi, la crescita degli scali che, in questi anni così difficili, hanno continuato a muoversi seguendo politiche di investimento. «Con questo provvedimento i porti che valgono e sono in via di sviluppo avranno la possibilità di investire meglio – ha continuato Annunziata – La portualità, e con essa l’economia del mare, sono un nostro punto di forza e possono rappresentare un perno centrale per la svolta. I nostri porti per cogliere le occasioni di nuovi traffici hanno bisogno di interventi strutturali e l’autonomia finanziaria, ovvero il riconoscere che una parte del gettito Iva possa rimanere alle Autorità Portuali per investimenti, è una misura che va nella direzione anche di selezionare e premiare le realtà più virtuose».

Ma a mutare nel panorama nautico italiano non è solo questo: un altro grande passo è stato compiuto per quanto riguarda la fiscalità. Nel decreto, infatti, viene abolita la tassa di possesso per le imbarcazioni inferiori ai 14 metri – restano intatte quelle per i maxiyacht – e dimezzate le aliquote per le unità da 14 a 20 metri. Piccola rivoluzione per il noleggio occasionale, che per la legge non beneficia delle detrazioni. Il privato o le aziende di chartering potranno rifarsi di alcune spese, per esempio i secondi possono fittare ai primi parte delle unità da utilizzare per il proprio servizio senza, necessariamente, doverne acquistare di nuove. Fissato invece a 60 il numero di giornate all’anno in cui poter svolgere tale attività.

«Tutto quello che viene fatto per la nautica è positivo – ha subito detto Alfonso Sansone, past president del Circolo Canottieri Irno – Il settore è al collasso, i cantieri chiudono e un provvedimento del genere può ridare finalmente ossigeno». Entusiasta anche Savino Tornitore, del club velico DivertiVento: «Sembra che finalmente la politica abbia capito che la nautica non è un hobby del lusso – ha detto – iniziare un percorso di valorizzazione della risorsa mare può solo incentivare la crescita del settore».

Ultima disposizione quella riguardante i dragaggi: il decreto prevede la semplificazione di alcune procedure, anche se mancano ancora i dettagli.

Rita Esposito

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