Lavori pubblici

Porta Ovest, un presidio al Ministero

C’è l’impegno di Calenda a convocare gli enti appaltanti affinché saldino i debiti con Tecnis e si eviti il crac dell’azienda

SALERNO. C’è l’impegno del Governo su Porta Ovest e sui tanti cantieri aperti in Italia e gestiti dalla Tecnis, la holding siciliana finita in amministrazione controllata, che a Salerno sta portando avanti una delle opere infrastrutturali più importanti degli ultimi anni che condizionerà il futuro della città e del porto. Ieri mattina, a Roma, una delegazione di oltre 150 lavoratori provenienti da Lazio, Campania e Sicilia ha presidiato la sede del ministero dello Sviluppo economico dove i segretari generali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno incontrato il ministro Carlo Calenda per fare il punto della situazione e ricevere rassicurazioni sulla tenuta dell’azienda e di tutto l’indotto occupazionale.
Dal responsabile del dicastero è arrivato l’impegno a riconvocare già la settimana prossima le tre principali organizzazioni sindacali in un tavolo congiunto con il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e gli enti appaltanti per capire quanto dei 40 milioni di euro di crediti che la Tecnis deve esigere sarà possibile ottenere in tempi brevi per garantire la prosecuzione delle opere. «Tutte le parti politiche in campo, gli enti appaltanti e le parti sociali – ha detto Elisabetta Grimaldi della segreteria provinciale della Fillea Cgil di Salerno – devono percorrere una strada comune per salvare questa nave che sta affondando». A salvare la nave, almeno a Salerno, potrebbe essere l’Autorità portuale. Secondo fonti sindacali, infatti, sarebbe imminente l’approvazione di una delibera per anticipare una parte di uno stato di avanzamento lavori, per una cifra che si aggirerebbe intorno al milione e mezzo di euro e che consentirebbe di pagare alcune mensilità arretrate ai lavoratori (quelle di gennaio e febbraio 2016) e di garantire anche quelli già maturati di marzo ed aprile, per i quali i lavoratori hanno ricevuto soltanto un acconto di appena mille euro ciascuno. «Sarà una boccata d’ossigeno fondamentale» ha commentato Elisabetta Grimaldi. A Roma c’era anche la segretaria provinciale della Feneal Uil, Patrizia Spinelli, che si è detta fiduciosa dell’incontro al ministero dello Sviluppo Economico. «Qualcosa si sta muovendo. A breve – ha anticipato – avremo anche un nuovo incontro con l’Autorità portuale con la quale c’è già una disponibilità a pagare direttamente i lavoratori, anticipando le somme che la società Salerno Porta Ovest in questo momento non ha a disposizione. Quel che è certo – ha aggiunto – è che l’opera non si può bloccare perché pregiudicherebbe non solo il futuro del porto ma metterebbe a rischio anche decine di posti di lavoro».
Da Salerno ha seguito gli sviluppi romani anche il segretario provinciale della Filca Cisl, Nando De Blasio. «Auspichiamo – ha detto – un intervento serio e concreto del Governo, tale da spingere tutti gli enti appaltanti a pagare gli stati di avanzamento, evitando di far fallire una delle più grandi imprese attualmente attive in Italia nel campo dell’edilizia. Per quanto riguarda Salerno – ha proseguito De Blasio – speriamo in una ripresa dei lavori in tempi rapidi mettendo nelle condizioni l’Autorità portuale di pagare per gli stati di avanzamento e garantire la prosecuzione dell’opera». L
avori che, dopo lo sciopero di ieri – al quale hanno aderito la quasi totalità degli operai impiegati nel cantiere di Salerno – dovrebbero riprendere già oggi seppur a singhiozzo. Discorso diverso, invece, per i due subappaltatori che hanno dovuto fermare le attività per mancanza di materia prima, ovvero il cemento, fornito dalla ditta Marinelli che, a sua volta, vanta un credito importante nei confronti della stazione appaltante. La settimana prossima sarà dunque decisiva per le sorti di Porta Ovest. Lavoratori e sindacati incrociano le dita.
Mattia A. Carpinelli
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